Pochi giorni fa, precisamente il 16 novembre, è uscito il libro "Demacrazia. Il popolo è il mio partito: il manifesto di Luigi De Magistris", scritto dal giornalista Giacomo Russo Spena ed edito da Fandango Libri. Un volume di 170 pagine nel quale viene setacciata approfonditamente la figura dell'attuale sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, attraverso il racconto del suo percorso politico e un'intervista esclusiva dove spiega il suo manifesto, ipotizzando anche gli sviluppi futuri del suo progetto di "fare la rivoluzione governando".

Le critiche di De Magistris a Pisapia, D'Alema e Bersani

Piuttosto significativo è quanto si legge nel libro di Russo Spena, riguardo al rapporto fra De Magistris e alcuni degli altri esponenti della sinistra politica italiana di oggi. Su Giuliano Pisapia, col quale c’era stato un periodo di avvicinamento durante l’esperienza arancione del 2011, ma di cui è stato "avversario" il 4 dicembre 2016, quando l’ex sindaco di Milano ha votato Sì al referendum costituzionale, De Magistris afferma: “Rispetto a Renzi, Pisapia è sicuramente una personalità più democratica e con posizioni più simili alle mie, ma lui si accontenta di spostare leggermente a sinistra l’asse del centrosinistra.

Uno schema vetusto e fallimentare. Si deve, invece, alzare l’asticella e fare quel che si è fatto a Napoli, cioè fare la rivoluzione”.

Così come è poca la fiducia di De Magistris nel Movimento Democratico e Progressista di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, i quali, secondo quanto scritto nel libro "Demacrazia", sarebbero intrisi di una cultura tutta politicista e distante dal Paese reale: dopo aver votato l’invotabile per anni, come Pd, e aver contribuito allo sfacelo del quadro nazionale, essi starebbero cercando di costruirsi una nuova verginità: “Ma si può fare la rivoluzione con uno con un passato come quello di Massimo D’Alema? Siamo agli ossimori. Il centrosinistra non è una prospettiva alla quale guardo, ecco”, afferma il sindaco di Napoli.

Ecco come e quando si incrinarono i rapporti fra De Magistris e Beppe Grillo

Molto interessante è anche un retroscena, rivelato dal volume di Russo Spena, nei rapporti fra Luigi De Magistris e Beppe Grillo, risalente in particolare a poco dopo le elezioni europee del 2009, quando l'ex PM venne eletto a Strasburgo nella lista dell'Italia dei Valori con ben mezzo milione di preferenze (il più votato in assoluto dopo Silvio Berlusconi). Nel luglio 2009 infatti l'allora neo-eurodeputato ebbe un incontro con Grillo (di cui era amico da almeno due anni) e con Gianroberto Casaleggio nella sede milanese della Casaleggio Associati, di cui lo stesso De Magistris parla così: “Mi ricordo perfettamente quella chiacchierata.

Mi dissero che ero europarlamentare anche grazie ai loro voti, così mi chiesero di gestire i miei profili social di Twitter, Facebook, oltre al blog personale. Sarebbe passato tutto nelle mani della Casaleggio Associati.” Alla proposta, l’ex pm rispose in maniera netta: “Guardate, sono onorato però sono stato un magistrato indipendente e ho pagato per preservare l’autonomia e l’indipendenza, adesso che faccio politica e posso liberamente esprimere il mio pensiero non consentirò mai a nessuno di scrivere per conto mio. Vi ringrazio molto e arrivederci”. È in quell’incontro che si incrina il rapporto tra De Magistris e i futuri leader del movimento 5 stelle, il quale avrebbe visto la luce pochi mesi dopo, precisamente il 4 ottobre 2009.

Il futuro politico di De Magistris: lista alle Europee del 2019 e dal 2021 punta a Palazzo Chigi?

Particolarmente interessante è inoltre quanto riporta il libro di Russo Spena riguardo alla volontà di De Magistris di essere un futuro protagonista della politica nazionale. Secondo il sindaco, lo spazio c’è: “Abbiamo un’autostrada davanti”. Ma intanto è al tempo stesso del tutto escluso che l'ex PM possa partecipare alle Elezioni politiche del 2018, a capo di un soggetto a sinistra del Pd: in questo momento il sindaco preferisce saltare il giro perché non interessato a progetti di mera testimonianza, concentrandosi sull'amministrazione di Napoli. Il movimento DemA (già presentatosi, con fortune alterne, ad alcune elezioni comunali del 2017), secondo quanto riportato nel libro, invece sarà presente alle elezioni Europee del 2019 con una lista transnazionale: “perché per cambiare l’Italia bisogna cambiare anche l’Europa”; inoltre esprimerà proprie candidature per conquistare la Regione Campania nel 2020 e rivincere le comunali a Napoli nel 2021, seppur con un altro candidato a sindaco, visto che la legge impedisce la ricandidatura di chi sia già stato eletto per due volte consecutive.

Secondo quanto afferma Russo Spena nel suo volume, a quel punto, nel 2021, De Magistris punterà a Palazzo Chigi, lavorando per strutturare e organizzare in modo più capillare il suo movimento: l’obiettivo sarebbe insomma quello di riprodurre il modello Napoli su scala nazionale, pensando alle successive elezioni politiche, le quali salvo scioglimenti anticipati delle Camere, cadrebbero nel 2023.