Walter veltroni è impegnato in un estenuante tour promozionale del suo nuovo libro intitolato ‘Quando’. Parola che sembra evocativa delle aspettative e delle domande che in questi giorni si sta ponendo il cosiddetto ‘popolo della sinistra’. Questa mattina, intervistato negli studi di Sky Tg24, il primo segretario del Pd nel 2008 dice la sua sul processo di frantumazione della sinistra in corso e sui tentativi in atto per cercare di dare vita ad una coalizione unitaria. Proprio ieri, le assemblee nazionali di Mdp e SI hanno ribadito la chiusura rispetto ad una alleanza elettorale e programmatica con il Pd a guida Matteo Renzi.

Secondo il due volte sindaco di Roma, però, il prolungato regolamento dei conti a sinistra lascerà solo macerie dietro di sé.

L’intervista di Veltroni a Sky Tg24

Walter Veltroni, padre e inventore del progetto Pd a vocazione maggioritaria (poi naufragato miseramente nelle elezioni politiche del 2008, perse contro Silvio Berlusconi), si è evidentemente convertito all’idea di un centro sinistra largo e inclusivo. Per questo, intervistato dalla tv di Rupert Murdoch, lancia l’allarme sulle possibili conseguenze nefaste che il “regolare i conti” all’interno della sinistra italiana lascerà. E la risposta univoca è: Rimarranno solo delle macerie”.

Dividersi è il ‘demone’ della sinistra

A suo modo di vedere, il Pd è stato il primo esempio nella storia di un partito “nato per fusione (Ds + Margherita ndr) e non per separazione”.

Purtroppo però, denuncia Veltroni, nella sinistra, non solo italiana, alberga da sempre un “demone che la macera”, ovvero la volontà di dividersi continuamente in nome del “tanto peggio, tanto meglio”. Secondo Veltroni, i leader di sinistra sono da sempre consapevoli che correndo divisi si va necessariamente incontro a sconfitte elettorali, ma questo fatto viene considerato erroneamente “ineluttabile”.

Il giudizio negativo su Bersani

Veltroni commenta poi, con un filo di sarcasmo, la posizione oltranzista e anti renziana assunta dal fondatore di Mdp Pier Luigi Bersani, definendola “una posizione secca, molto netta” che non può portare nulla di positivo, considerando anche che Bersani & co. non hanno tenuto conto degli appelli lanciati da Romano Prodi e da lui stesso.

Sbagliato, inoltre, prendere l’impegno di “vedersi dopo le elezioni” perché, in caso di vittoria del centrodestra, la sinistra si ritroverà a fare “considerazioni abbastanza amare”.

Renzi non è un ostacolo per l’unità della sinistra

Diametralmente opposto, rispetto a quello su Bersani, il giudizio politico su Renzi. Secondo Veltroni, infatti, il segretario Pd non rappresenta “l’ostacolo che impedisce l’alleanza a sinistra” perché, in pochi mesi, non può essersi trasformato da “segretario del loro partito” a “nemico”. Certo, è vero che Renzi dovrebbe sviluppare maggiormente la capacità di “includere”, ma gli altri movimenti di sinistra stanno commettendo il madornale errore di individuare il “nemico a sinistra”, senza rendersi conto che il vero nemico sarebbe la vittoria della destra. Veltroni non si schiera ufficialmente né con Renzi, né con Bersani, ma parla di “dinamica non positiva” a sinistra che va fermata al più presto.