Sono passati ormai praticamente due mesi dal giorno delle elezioni politiche e non vi è ancora nessuna certezza sulla formazione del nuovo Governo, né sulla maggioranza Politica che lo sosterrà. Nel frattempo, come previsto dalla Costituzione, nonostante si sia formalmente dimesso lo scorso 24 marzo, il Governo Gentiloni rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti e con esso pertanto, da un punto di vista formale, sono ancora ministri e sottosegretari tutti quegli esponenti politici che avevano ricoperto tale ruolo a partire dal dicembre 2014 fino appunto alla fine della scorsa Legislatura.

Ironia della sorte, numerosi fra i ministri e i sottosegretari del Governo Gentiloni che non sono stati rieletti alle elezioni politiche del 4 marzo (o che in molti casi non si sono neanche ricandidati), nel frattempo sono però ovviamente "costretti" a rimanere al proprio posto, in attesa del nuovo Esecutivo. E in molti casi continuano a partecipare a convegni e conferenze pubbliche in tale veste. E' curioso qui di seguito andare a scoprire quali, fra i ministri e i sottosegretari del Governo Gentiloni, pur non essendo più parlamentari in carica, intanto continuano a svolgere la propria attività di Governo.

5 ministri del Governo Gentiloni non ricandidati e uno non eletto, ma tutti ancora in carica per gli affari correnti

Iniziando dai ministri scopriamo che sono 5 coloro a essere ancora in carica malgrado non si siano neppure candidati alle scorse elezioni. Stiamo parlando del ministro degli Esteri Angelino Alfano, uno dei pochi ad aver mantenuto un incarico ministeriale per l'intera XVII Legislatura ma che ha poi deciso di non ricandidarsi dopo l'implosione del Nuovo Centrodestra; del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale pur essendo in quota Pd non era comunque parlamentare neppure nella scorsa Legislatura; del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, ex UdC e poi dei Centristi per l'Europa di Casini; del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che dopo le elezioni a cui ha assistito da spettatore (mai si era candidato neanche in passato) ha preso la tessera del PD e della ministra dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, storica esponente del PD che non si è ricandidata dopo quasi 31 anni nelle aule parlamentari.

Si era invece candidato per il centrosinistra alla Camera nel collegio uninominale di Sassuolo, Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, il quale però a causa del cattivo risultato del PD non è riuscito ad accedere al Parlamento (luogo in cui peraltro non era mai stato eletto in precedenza).

I 23 sottosegretari non rieletti o non ricandidati ancora in carica in attesa del nuovo Governo

Parlando dei sottosegretari di Stato e dei viceministri con Gentiloni che non sono parlamentari in questa nuova XVIII Legislatura, occorre suddividere fra coloro che non si sono neppure ricandidati e quelli che invece hanno tentato la rielezione in Parlamento senza riuscirci. Complessivamente parliamo di 23 persone.

Iniziando da quelli che non hanno gareggiato alle ultime elezioni, troviamo una situazione curiosa: non si è presentato al voto nessuno di coloro che erano in carica al Ministero dei Beni Culturali, infatti non si sono ricandidati né Ilaria Borletti Buitoni, prima in quota a Scelta Civica e poi al PD, né la ex alfaniana Dorina Bianchi, né l'ex montiano Antimo Cesaro. Cosa simile è successa al dicastero dell'Economia dove nessuno dei due viceministri (Enrico Morando del PD e Luigi Casero, ex alfaniano) era candidato alle ultime elezioni politiche, mentre il sottosegretario dem Pier Paolo Baretta, non è stato rieletto a Venezia. Oppure al Ministero dell'Interno, dove Domenico Manzione (mai stato parlamentare) non era candidato, mentre Gianpiero Bocci è stato battuto nell'uninominale in Umbria.

Non ricandidato neanche il sottosegretario all'Agricoltura Giuseppe Castiglione, ex alfaniano, già in carica anche coi Governi Letta e Renzi. Così come il sottosegretario alla Difesa, ex montiano e già generale dell'esercito, Domenico Rossi. Nessuna ricandidature neanche per l'ex alfaniana Barbara Degani, sottosegretaria all'Ambiente.

Curioso è il caso del viceministro allo Sviluppo Economico Antonio Gentile, che ha lasciato Alternativa Popolare nello scorso dicembre per riavvicinarsi a Forza Italia, nella quale non è stato ricandidato, ma formalmente è rimasto membro del Governo. Non si sono ricandidati alle ultime elezioni neanche due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, entrambi del PD: Sesa Amici (ha la delega all'informazione e all'editoria) e Angelo Rughetti (con delega al coordinamento delle politiche pubbliche in ambito economico, sociale e di ricerca scientifica).

Proseguendo con coloro che avevano invece provato a ricandidarsi troviamo il viceministro all'Agricoltura, Andrea Olivero, oltre che con la Civica Popolare della Lorenzin nel proporzionale, era stato candidato alla Camera per il centrosinistra nel collegio uninominale Cuneo-Saluzzo-Savigliano ma senza successo. Stessa sorte per i colleghi di partito Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, non eletto al Senato nel collegio di Napoli San Carlo all'Arena-Fuorigrotta e Federica Chiavaroli, sottosegretaria alla Giustizia, non eletta al Senato nel collegio di Chieti-Pescara-Sulmona. Non sono riuscite a tornare in Parlamento neanche le PD Silvia Velo, sottosegretaria all'Ambiente, sconfitta al Senato nel collegio di Livorno-Grosseto, e Franca Biondelli, sottosegretaria al Lavoro, sconfitta alla Camera a Novara e il loro compagno di partito Luigi Bobba (pure lui sottosegretario al dicastero del Lavoro), non eletto a Vercelli.

Curiosamente non è riuscito a essere rieletto nessuno fra i viceministri o sottosegretari agli Esteri, nonostante tutti si fossero ripresentati alle urne: Benedetto Della Vedova, sconfitto nell'uninominale in quota centrosinistra a Prato per +Europa saluta le Camere dopo 12 anni. Stessa sorte per Mario Giro, ex Scelta Civica, ricandidato senza successo col PD nel salernitano alla Camera e per il dem Vincenzo Amendola, non rieletto sempre a Salerno ma al Senato.

Complessivamente questo elenco, sommando ministri e sottosegretari, è quindi formato da 29 personalità che appunto continuano a far parte formalmente del Governo nonostante siano passati due mesi dalle elezioni politiche. E chissà quanto dovranno ancora attendere prima di poter abbandonare i propri incarichi...