Dopo il primo giro di Consultazioni al Quirinale per la nascita del nuovo Governo, avvenute negli scorsi giorni, come ha detto lo stesso Presidente della Repubblica "non è ancora emersa una maggioranza per far nascere e sostenere il nuovo Esecutivo". Per questo Mattarella ha annunciato nuove Consultazioni che si svolgeranno dopo qualche giorno di riflessione: numeri alla mano gli scenari in campo in questo momento sono quattro, e l'alternativa sarebbe il ritorno alle Elezioni politiche anticipate.

I 4 scenari per la creazione di una maggioranza di Governo

Le possibilità sul tappeto, prescindendo dalle differenze programmatiche che le rendono probabilmente tutte quante di difficile realizzabilità concreta, sono essenzialmente queste:

  • Lo scenario di cui più si parla in queste settimane è quello della possibile alleanza fra Movimento 5 Stelle e Lega. Un'ipotesi che avrebbe delle conseguenze cataclismatiche nel centrodestra: i 5 Stelle infatti non vogliono aver niente a che fare con Forza Italia (e la cosa pare essere reciproca). Una rottura fra Salvini e Berlusconi, peraltro porterebbe anche Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni a non seguire i leghisti e a restare invece fedele all'alleanza con l'ex Cavaliere. Uno scenario di questo tipo avrebbe molte incognite, fra le quali la scelta del nome del nuovo Premier. I 5 Stelle non sembrano intenzionati a sostenere nessuno al di fuori di Luigi Di Maio: davvero Salvini può permettersi di sostenere un Esecutivo del genere senza perdere voti?
  • Il secondo scenario, di tutt'altra natura politica, porterebbe il Movimento 5 Stelle ad allearsi con le forze progressiste, nello specifico con il Pd e con Liberi e Uguali. Dentro al PD molti non sono d'accordo con questa ipotesi, e anche in Liberi e Uguali parecchi storcono il naso; peraltro essere "soci di minoranza" in un Governo pentastellato non sarebbe certo positivo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
  • Il terzo scenario vedrebbe invece la marginalizzazione del M5S, con un'alleanza fra il PD e il centrodestra. Anche questa è ipotesi è di difficilissima attuazione, in particolare per la pressoché impossibile coesistenza fra la Lega e il PD. Tale ipotesi sarebbe comunque, guardando ai numeri, una sorta di "inversione dei ruoli" rispetto a quello che era accaduto all'inizio della scorsa Legislatura, quando era il PD il socio di maggioranza di un Governo (quello di Enrico Letta) a cui l'allora PDL partecipò con alcuni ministri.
  • Il quarto scenario sarebbe quello di un "Governo del Presidente", con Mattarella che cercherebbe in extremis di salvare una Legislatura che inizia di naufragare appena partita, provando a dare l'incarico a una personalità "neutrale" e di alto profilo, la quale avrebbe il compito di incassare la fiducia parlamentare di più partiti possibili per dare vita a un Governo. Esso rimarrebbe in carica in attesa di una nuova Legge elettorale e avrebbe il compito di varare la prossima legge finanziaria, provando a traghettare il Paese a nuove elezioni politiche, magari da tenersi nella seconda parte del 2019, dopo le elezioni europee, che sarebbero un banco di prova per tutti gli schieramenti prima di cimentarsi in un nuovo voto politico.

Tutte le incognite delle elezioni politiche anticipate

L'alternativa a questi scenari appena elencati è quella del ritorno immediato alle urne, previo scioglimento delle Camere anticipato da parte di Mattarella.

Anche se, secondo molti osservatori ed addetti ai lavori, tornare al voto (specie con la stessa legge elettorale) in tempi imminenti dovrebbe portare a risultati molto simili e quindi far tornare tutto al punto di partenza. Ricordiamo che la legge prevede come le nuove elezioni debbano tenersi tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento delle Camere: quindi considerati i vari temporeggiamenti in corso, difficilmente si potrebbe andare al voto prima dell'inizio dell'autunno.

Ricordiamo che finora nella storia italiana la Legislatura più breve è stata l'XI, che rimase in carica poco meno di due anni, dal 23 aprile 1992 al 14 aprile 1994, per un totale di 722 giorni. Quella attuale la batterebbe di gran lunga.

Ma davvero le centinaia di nuovi eletti, di tutti i partiti, che da poche settimane stanno assaporando la vita parlamentare sono disponibili a porre fine così presto al proprio mandato, spesso inseguito per una vita intera? Anche questo è un quesito da considerare...