Il governo si prepara a partire zoppo, e in un certo senso già subisce alcuni scossoni ancora prima di prendere vita. La partita più calda si gioca interno alla delicatissima casella del Mef. Un governo definito "del cambiamento" che si candida a rappresentare uno spartiacque totale nella Politica italiana, deve essere in grado di rompere tutti gli schemi, anche quello che vede - da tradizione - un tecnico "moderato" al ministero dell'Economia e delle Finanze.

Un ruolo che richiama quello di un vero vice-premier, con un'importanza politica più elevata anche del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. I giocatori di questo match politico-istituzionale sono il Colle, Salvini e Di Maio, l'arbitro è il presidente incaricato Giuseppe Conte. La pedina centrale è un professore di nome Paolo Savona, un prof dal curriculum impeccabile, ma dalle posizioni fortemente anti europeiste, posizioni che possono portare l'Italia ad uno scontro diretto con le istituzioni comunitarie. Savona non è sgradito al Qurinale, ma il capo dello Stato preferirebbe una figura in grado di rasserenare gli animi, e non di scaldarli fino ad arrivare ad una rottura.

Salvini insiste su Savona al Mef

Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, Matteo Salvini non vuole mollare la presa sul professore Paolo Savona al Mef. Per il leader leghista è la figura ideale per arrivare a giocare una partita cruciale e di ripartenza in Europa. L'identikit fortemente anti-Ue e anti-Germania del professore non aiuta Salvini nella sua proposta. Il leader della Lega ha da subito voluto mettere le mani avanti, dichiarando che la scelta dei ministri spetta esclusivamente al premier incaricato Conte che, insieme al presidente della Repubblica, conduce con un ruolo istituzionale di primo piano questo gioco istituzionale. Ma sappiamo bene che non è così: i veri azionisti di questo governo saranno Matteo Salvini e Luigi Di Maio; e non è un caso come le parole di Salvini siano arrivate esclusivamente dopo la "ramanzina" pervenuta dalla più alta carica dello Stato.

Non è un caso che oggi, prima di salire al Quirinale, il professor Conte abbia incontrato per qualche ora i due leader politici. Come se i capi delle due forze politiche dovessero dettare al premier incaricato i diversi ministri da proporre nelle prossime ore al Colle. Un ruolo, quello di Conte, che sembra sbiadito dalla forza politica di due giovani e spregiudicati leader. Ma quanto potrà essere spregiudicato Matteo Salvini?