"Se si dovesse ripresentare una nuova crisi economica, come quella del 2011, essa si ripercuoterebbe sulle condizioni delle fasce più deboli della popolazione”. In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il direttore all'Osservatorio dei Conti Pubblici alla Cattolica di Milano, Carlo Cottarelli, si è pronunciato sull'ipotesi di realizzazione delle misure economiche contenute nel contratto di governo legastellato (Flat Tax, reddito di cittadinanza e superamento della Legge Fornero): "L'andamento dei mercati e l'aumento dello spread sono tutt'altro che promettenti.
Abbiamo stimato che nel 2019 la spesa per interessi sul debito raggiungerà soglia 5 miliardi, mentre in questo 2018 è già salita di 1 miliardo. L'aumento dello spread è direttamente riconducibile anche alle dichiarazioni di questa maggioranza e di questo governo che hanno promesso semplicemente tantissimo".
Cottarelli: 'L'Italia deve ridurre il deficit, non aumentarlo'
Intanto, il Ministro dell'Economia Giovanni Tria ha rassicurato i mercati dichiarando che con l'attuazione della nuova Legge di Bilancio lo spread calerà. A questo proposito, Cottarelli ha replicato: "Tutto dipende dai contenuti della Legge di Bilancio.
In Italia ci vorrebbe una chiara riduzione del deficit e del debito rispetto al 2018. Al momento restiamo esposti a qualunque scossone esterno, perché l'obiettivo sarebbe quello di ridurre il debito almeno di 3 punti percentuali all'anno in relazione al PIL. Anche se la situazione odierna non è come quella del 2011 perché l'economia sta crescendo e il livello dei tassi di interesse è più basso, prevenire sarebbe meglio che curare. Tra il 10 maggio di quest'anno e il 31 agosto, voglio ricordare che lo spread è salito di 150 punti. Un dato che ci dovrebbe far riflettere".
Cottarelli: 'Lotta serrata all'evasione e all'elusione fiscale, no allo sforamento del 3% di deficit'
E ritornando alle promesse elettorali contenute nel contratto di governo, il commissario alla spending review ha sottolineato: "Delle tre principali promesse elettorali, dipendesse da me non ne realizzerei neanche una, visto che complessivamente verrebbero a costare oltre 75 miliardi di euro.
In Italia ci vorrebbe una lotta ferrea contro l'evasione e la corruzione. E magari una riforma in grado di rendere più spedita, nelle tempistiche, la giustizia civile".
E a proposito delle recenti dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio sulle agenzie di rating ("Non possiamo star dietro alle agenzie pugnalando alle spalle gli italiani"), Cottarelli ha concluso: "Io spero soltanto che l'attuale Ministro dell'Economia si opponga all'ipotesi di sforamento del 3%. Come ho detto in precedenza, in Italia bisognerebbe imboccare la strada inversa. Quella della riduzione del deficit strutturale e non del suo ulteriore aumento".