La Procura di Roma, dopo circa due anni di indagini, ha concluso l’inchiesta Consip. A rischio processo sono sette persone tra cui l'ex ministro Luca Lotti e l'ex comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. Richiesta, invece, l’archiviazione per Tiziano Renzi, padre dell’ex segretario del Partito Democratico. Entrando più nello specifico, questa mattina dalla Procura sono stati chiusi tutti i filoni d'inchiesta.
Il primo riguardava il traffico di influenze illecite e vedeva protagonista proprio Tiziano Renzi e per il quale a rischiare il processo è adesso il faccendiere di Scandicci Carlo Russo. Lotti, il generale Emanuele Saltalamacchia (ex comandante della Legione Toscana dei Carabinieri) e l'ex presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni, invece, sono accusati di favoreggiamento. Il capo d’accusa del generale Del Sette, invece, è rivelazione del segreto istruttorio. Luigi Ferrara, ex presidente Consip, dal canto suo, dovrà fare i conti con l’accusa di aver fornito false informazioni ai pubblici ministeri, avendo mentito durante un’audizione.
Il ruolo di Luigi Marroni, ex ad Centrale acquisti della PA
Ad aver portato la Procura a formulare tali capi di accusa pare sia stata la testimonianza dell’ex amministratore delegato della Centrale acquisti della PA Luigi Marroni, che ha dichiarato di aver rimosso le cimici, avendo appreso in diverse circostanze da Vannoni, Saltalamacchia, Ferrara e Lotti delle intercettazioni in corso. È stato poi lo stesso Marroni a ricostruire quanto accaduto e a riferire che, nel mese di luglio del 2016, Luca Lotti lo aveva informato che era in corso un’indagine nata per fare chiarezza in merito all'operato di Domenico Casalino, suo predecessore. "Delle intercettazioni ambientali nel mio ufficio – ha dichiarato Marroni – l’ho saputo non ricordo se da Lotti o da un suo stretto collaboratore".
Contestati i reati di falso, rivelazione di segreto e depistaggio a Gianpaolo Scafarto e solo quello di depistaggio ad Alessandro Sessa, entrambi ex membri del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE)
Le accuse nei confronti di Gianpaolo Scafarto, ex NOE
Stando a quanto reso noto dai pm, Scafarto ha la responsabilità di aver redatto un’informativa definita “alterata” al fine di “arrestare” Tiziano Renzi. Al padre dell’ex segretario dem venne attribuita una conversazione telefonica con Romeo in cui, in realtà, non era lui a parlare. Inoltre, Scafarto avrebbe riferito, senza avvalersi di alcun genere di prova, di un’intromissione nel percorso d’indagine da parte dei servizi segreti. Anche in questo caso, l’obiettivo era quello di coinvolgere Renzi nell’indagine.