La notizia è di ieri, 4 settembre: i coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, noti per essere i genitori di Matteo Renzi, sono stati rinviati a giudizio dal Giudice per le udienze preliminari (Gup) del Tribunale di Firenze, Silvia Romeo. L’accusa mossa nei loro confronti è quella di aver prodotto false fatture attraverso alcune società di cui risultano titolari. Imputato insieme a loro anche l’imprenditore pugliese, molto vicino alla famiglia Renzi, Luigi Dagostino, accusato anche del reato di truffa. Dagostino, intercettato a più riprese dagli inquirenti, si sfoga con diverse persone, accusando in pratica Tiziano di averlo indotto con la sua influenza di ‘papà di’ a commettere un reato.

Le intercettazioni di Luigi Dagostino

È il Fatto Quotidiano, con un articolo firmato da Davide Vecchi, a riportare ampi stralci delle intercettazioni effettuate sulle utenze di Dagostino. Nella prima, l’imprenditore pugliese, a colloquio con l’architetto Alberto Ortona, suo stretto collaboratore, afferma espressamente che “Il Renzi (padre ndr) veniva a rompere i cogli*ni” per chiedergli di “fare questa cosa” allo scopo di aprire un ristorante. Dove con “questa cosa” si intende probabilmente gonfiare alcune fatture. “Io so benissimo che quello è un lavoro che valeva massimo 50, 60 mila euro - si sfoga Dagostino con Ortona - ma se tu me ne chiedi 130 e sei il padre del premier, mi posso mettere a discutere con te, fammi lo sconto o non farmi lo sconto e tutto il resto?”.

In pratica Dagostino accusa Renzi senior di averlo costretto a gonfiare le fatture sfruttando la posizione di potere del figlio a Palazzo Chigi.

‘Vittima di sudditanza psicologica’

In un altro colloquio intercettato dagli inquirenti, stavolta con il commercialista Costantino Bigazzi, Dagostino continua a sostenere al tesi di essere stato “vittima di sudditanza psicologica” del “padre di Renzi”.

In pratica l’imprenditore ex amico dei Renzi afferma di non aver potuto “discutere sul prezzo” delle fatture perché “ai tempi il figlio era in voga”.

L’opinione della moglie: ‘Abuso di potere’

Altre intercettazioni interessanti sono quelle relative ai colloqui con la moglie, Ilaria Niccolai, la quale, al contrario del marito e socio in affari, mostra un carattere più deciso.

Noi non si può parare il culo a Renzi”, sbotta con un linguaggio non proprio oxfordiano la signora, accusando in pratica Dagostino di essersi riempito solo di orgoglio nel fare continui favori alla famiglia dell’ex premier, vantandosi della pregiata frequentazione, ma di avere ottenuto in cambio solo problemi. “Ci hai rimesso e basta - prosegue la Niccolai - era lui che si approfittava per chiederti favori” come assumere il nipote, contattare un dietologo per il figlio e altre amenità del genere. Insomma, un vero e proprio “abuso di potere” secondo lady Dagostino.