Non accennano a placarsi le polemiche sorte intorno al servizio de Le Iene, in cui un ex impiegato nell’azienda del padre di Luigi Di Maio ha dichiarato di aver lavorato per anni in nero. Anzi, come annunciato da diverse testate questa mattina, lo scandalo rischia di allargarsi, visto che nella puntata in onda stasera su Italia 1, dovrebbero emergere altri tre casi di lavoratori irregolari.
Insomma, un’occasione troppo ghiotta per gli avversari del Pd, in particolare Maria Elena Boschi e Matteo Renzi, che hanno chiesto al leader M5S di chiedere scusa ai rispettivi padri, indagati e messi nell’occhio del ciclone mediatico quando i due pargoli erano a Palazzo Chigi. Ma in soccorso di Di Maio arrivano due giornalisti, Luisella Costamagna e Gianluigi Paragone, che in due brevi video messaggi spiegano le differenze tra i tre casi e respingono al mittente le accuse.
Luisella Costamagna ospite di Mario Giordano
La prima a mettere il suo corpo in difesa dell’onestà e della buona fede di Luigi Di Maio è stata Luisella Costamagna, pochi giorni fa definita una delle poche giornaliste libere italiane da Alessandro Di Battista.
Ospite della trasmissione Fuori dal coro, condotta da Mario Giordano su Rete 4, la Costamagna non è convinta della veridicità di una denuncia fatta in tv e non alle autorità competenti, da una persona che nel maggio scorso ancora sosteneva il Movimento, che arriva a quasi 10 anni di distanza dai fatti, quando Luigi Di Maio non era ancora socio dell’azienda del padre e non ricopriva cariche politiche o pubbliche.
Poi la sua attenzione si sposta sul “presunto fango” che Matteo Renzi e Maria Elena Boschi denunciano essere stato gettato addosso ai rispettivi babbi. La Costamagna ricorda che Pier Luigi Boschi risulta ancora indagato per la vicenda Banca Etruria. Mentre Tiziano Renzi “ha un rinvio a giudizio insieme alla moglie per false fatture.”.
Ma non solo, perché le contestazioni mosse ai due illustri padri risalgono al periodo in cui i pargoli sedevano a Palazzo Chigi nelle vesti di premier e ministro. Insomma, conclude la Costamagna, c’è una “bella distanza” tra i due casi.
Gianluigi Paragone: ‘Differenza abissale tra il caso Renzi-Boschi e quello Di Maio’
Dopo la Costamagna è toccato a Gianluigi Paragone guidare la controffensiva pentastellata contro le accuse della coppia Renzi-Boschi all’indirizzo del loro leader. Prima di vedere il video in cui Maria Elena Boschi si scaglia contro Di Maio “mandate a letto i bambini”, ironizza Paragone nel video postato sul suo profilo Facebook. L’atteggiamento pietistico di una Madonna Boschi, quasi in lacrime per il trattamento riservato in passato alla sua famiglia, sembra invece “una roba tipo Shining” al giornalista prestato alla politica.
“Più morbido”, al contrario, viene giudicato il commento di Renzi che, almeno a caldo, aveva giurato di non voler aprire bocca sulla vicenda. E, invece, dopo poche ore, ecco il lamento renziano riportato da Paragone: “Non ce la faccio proprio, rivedo il fango gettato addosso a mio padre e la sua vita distrutta dalla campagna d’odio orchestrata dai 5 Stelle e pure della Lega”. Ma, a detta dell’ex conduttore di La7, entrambi non riescono a capire che “c’è una differenza abissale tra le storie dei loro padri e quella del padre di Di Maio”. Quest’ultimo, infatti, ha “preso subito le distanze” e si è detto “pronto a collaborare”.