Sono giorni ormai, da quando il Decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini è stato definitivamente convertito in legge, che sui mass media si moltiplicano le notizie di preti e uomini di chiesa che, per protesta, dichiarano di voler tenere chiusa la loro chiesa durante le festività di Natale, oppure che si rifiutano di fare il presepe in nome della difesa dell’immigrazione.

Una polemica sulla quale è intervenuto a più riprese lo stesso leader della Lega, auto nominatosi nel ruolo di vero paladino della cristianità contro l’invasione delle orde islamiche. Ora, nel sacro dibattito, ha deciso di intervenire anche Diego Fusaro, il filosofo divenuto volto noto grazie alle sue frequenti apparizioni tv che, in un articolo scritto per affaritaliani.it, definisce “immigrazionisti” tutti quei preti che, invece di seguire il Vangelo di Cristo, hanno deciso di sposare quello di George soros.

Le accuse di Fusaro contro i preti ‘fricchettoni’ servi delle ‘classi dominanti’

Da qualche giorno nomi come quello di don Paolo Farinella, sacerdote di Genova, o di don Luca Favarin, prelato a Padova, sono divenuti famosi per via delle loro singolari iniziative in difesa dell’immigrazione e contro il presunto razzismo insito nelle norme contenute nel cosiddetto Decreto Salvini.

Il primo ha dichiarato di voler tenere chiuse le porte della ‘sua’ chiesa di San Torpete a natale, mentre il secondo ha invitato i fedeli padovani a non fare il presepe “per rispetto dei poveri e degli immigrati”. Contro questa concezione della cristianità si scaglia con tutta la sua forza, ironia della sorte, un non credente perché marxista convinto: Diego Fusaro. Il filosofo di formazione hegeliana critica quella che definisce con disprezzo “l’ultima novità dell’era del globalismo acefalo”, ovvero quella “sorta di sciopero natalizio” architettato da sacerdoti “fricchettoni” con la scusa della “difesa dell’immigrazione” che, per Fusaro, è solo una “deportazione di schiavi dall’Africa” organizzata dalle “classi dominanti” con l’unico scopo di abbassare il costo del lavoro anche per noi europei.

‘La Chiesa segua il Vangelo di Cristo e non quello di Soros’

Cosa hanno fatto questi uomini di chiesa “quando le banche portavano via le case ai cittadini”, quando gli operai vengono licenziati, oppure quando i lavoratori precari vengono sfruttati in nome della globalizzazione? Si chiede polemicamente Diego Fusaro. La risposta è secca e univoca: “Nulla”. I lavoratori residenti nei propri Paesi di origine, infatti, non sarebbero altro che degli “sconfitti dalla globalizzazione turbocapitalistica”, mentre gli immigrati sono diventati l’unica preoccupazione del “pensiero unico” dominante. Insomma, la nuova “lotta di classe” secondo Fusaro si gioca sul terreno dell’immigrazione perché il capitalismo “no border ama il profilo del migrante sradicato” in quanto “è il subalterno ideale”. Il ragionamento del filosofo si chiude con un accorato appello alla Chiesa cattolica romana: “Segua il Vangelo di Cristo e non quello di Soros”.