Matteo Salvini scende in campo in difesa del presepe e delle tradizioni natalizie italiane, religiose e non. Sono giorni che il leader della Lega va predicando in giro che allestire il presepe non rappresenta un’offesa per nessuno, nemmeno per chi professa una religione diversa da quella cattolica. A spingere Salvini ad avviare la una vera e propria Crociata in difesa di Gesù Bambino e di tutte le altre figure che compongono il presepe, sono stati i diversi fatti di cronaca riportati dai media negli ultimi giorni. Su tutti, quelli di Ivrea, in Piemonte (dove le scuole non parteciperanno al concorso per presepi), di Riviera del Brenta, in Veneto (dove una bambina si sarebbe ribellata alle maestre che avevano deciso di censurare la parola Gesù da una canzoncina nazalizia) e di Padova (dove è stato direttamente un prete a suggerire di no fare il presepe per rispetto).
La Crociata di Matteo Salvini in difesa del presepe
Di fronte agli accadimenti di cui sopra, il leader della Lega Matteo Salvini si è sentito in dovere di ergersi a difensore, più che della cristianità, almeno delle tradizioni cristiane (praticate anche dei non credenti) presenti da secoli in Italia. Per questo ha deciso di sposare la tesi che la raffigurazione, o la semplice menzione, del nome di Gesù Bambino nei presepi e nelle canzoncine di natale non possa assolutamente rappresentare un’offesa nei confronti di nessuno, nemmeno delle altre religioni. Dopo i complimenti fatti alla coraggiosa bambina veneta, oggi il ministro dell’Interno è tornato sulla questione nel corso di una intervista rilasciata a Rtl 102.5.
“Non penso che Gesù Bambino o Tu scendi dalle stelle possa dare fastidio a nessuno - ha tenuto a sottolineare Salvini - il Natale è una festa che può abbracciare tutte le fedi e le religioni, chi tiene Gesù Bambino fuori della porta della classe, non è un educatore”.
Casi di cronaca da tutta Italia
La reazione di Salvini, come già accennato, è stata provocata dagli innumerevoli casi di cronaca che negli ultimi giorni hanno riempito le pagine dei giornali.
Cominciamo dal caso di Riviera del Brenta, piccolo paese veneto al confine tra le province di Venezia e Padova, dove una bambina delle elementari, non appena venuta a sapere che le maestre volevano eliminare la parola Gesù dalla canzoncina natalizia per rispetto dei non cattolici, ha dato il via ad una raccolta di firme tra i compagni ottenendo che il brano fosse eseguito nella sua versione originale.
Sempre in Veneto, stavolta a Padova, è stato direttamente un prete, don Luca Favarin, ad invitare a non fare il presepe a Natale “per rispetto dei poveri e degli immigrati”. Altro caso degno di nota è quello di Ivrea, in Piemonte, dove i dirigenti scolastici di tutte le scuole della comunità hanno preso la decisione di non prendere parte all’iniziativa ‘Presepi in città’ con la discutibile motivazione di “non urtare la sensibilità dei bimbi di altre fedi religiose”. Da citare, infine, c’è anche il caso di Venezia, dove una Scuola ha rifiutato il presepe donato da un consigliere regionale leghista.