Il nome di Mario Monti viene inevitabilmente associato a quel "governo tecnico" che, nel 2011, venne chiamato a soccorrere un'Italia a rischio default. Per qualcuno quello fu un esecutivo di "professoroni" che con la politica dell'austerity e del presunto servilismo verso l'Unione Europea inguaiò il Paese, per altri un'autentica panacea. Quel che è certo che l'ex presidente del Consiglio rivendica con orgoglio il proprio operato e quello della sua squadra e, allo stesso tempo, non è affatto convinto, invece, di quelle che sono le strategie messe in atto dal governo guidato da Giuseppe Conte ed espressione della politica di Lega e Movimento Cinque Stelle.
Lo ha ribadito da ospite di Omnibus su La7, nei giorni scorsi.
L'Europa per Monti non è uno spauracchio economico
Monti manifesta ancora una volta la sua posizione tesa a difendere l'operato dell'Ue: "L'Unione Europea non impedisce nessuna spesa pubblica. Uno Stato può fare tutta la spesa pubblica che vuole, senza limite. L'unico limite riguarda quanto può essere fatta in deficit. "E' perfettamente immaginabile - evidenzia - realizzare il 100% di obiettivo che una forza politica ha in materia di redistribuzione di reddito di cittadinanza. Basta farlo pagare agli italiani abbienti, evasori e non evasori di oggi".
Le parole vengono, in un certo senso, contestate dal viceministro Rixi che sottolinea come l'Italia sia penalizzate dalle regole europee, considerato un saldo positivo che perdura da dieci anni tra ciò che si produce e ciò che si spende e che risente di regole che costringerebbero l'economia italiana a pagare il debito di altri paesi.
L'ex premier rivendica il proprio operato come 'salvezza' per l'Italia
"L'Italia, se vuole, può - evidenzia Monti - dare il doppio ed il triplo di reddito di cittadinanza. Dovrebbe combattere l'evasione, anziché fare i condoni". A quel punto arriva la replica di Rixi: "Lei come governo ha portato alcune misure che hanno distrutto la nautica italiana e hanno creato il panico nelle aziende italiane".
"E hanno salvato l'Italia - rivendica con orgoglio Monti - invece di finire come la Grecia". Gli si chiede se si è pentito di qualcosa e la risposta è chiara: "Non lo voglio dire adesso, ma in un'altra occasione", evidenziando che, almeno nella sua testa, esiste qualche punto su cui avrebbe scelto di agire diversamente.
"Oltre - prosegue - a impiegare due settimane, anziché sette mesi, a mettere in campo tutta la politica economica del governo, abbiamo dato massima voce al Parlamento, anche in condizioni d'emergenza, e abbiamo usato le esigenze e le richieste per negoziare in sede comunitaria ottenendo risposte. Non abbiamo fatto la compressione del Parlamento". Ecco il video diffuso dal canale Youtube La 7 attualità.