Nel pomeriggio del 21 dicembre il maxiemendamento alla manovra sarebbe già dovuto arrivare al Senato, ma tutto era stato rinviato alla giornata di sabato. Questo ha acceso le veementi proteste delle opposizioni, e anche alcuni membri del governo hanno ammesso di aver tardato più del dovuto. Il voto di fiducia è atteso ora entro la giornata.

Il ritardo del maxiemendamento alla manovra inizia a farsi preoccupante

Il maxiemendamento alla manovra, atteso già nella giornata di ieri, continua ad essere rinviato. In teoria si sarebbe dovuto tenere il voto in Senato oggi alle 16.00, ma alla fine è slittato di nuovo e ora si spera che la questione si possa chiudere entro la giornata.

Lo stesso premier Conte, nella giornata di ieri, aveva ammesso che il governo era entrato in ''zona Cesarini''. Aveva inoltre affermato di rendersi conto che si era creato un ritardo nei lavori parlamentari, ma aveva la speranza che tutto si potesse concludere entro oggi.

Al momento però la questione sembra ancora lungi dal risolversi. L'incontro previsto per le 14:00, che sarebbe poi dovuto culminare nel voto delle 16:00, probabilmente si terrà questa sera a partire dalle 20:30, con il voto invece alle 22:30.

Le proteste delle opposizioni si infiammano

La presidente del Senato Casellati ha richiamato il governo. Ha detto che, pur comprendendone le difficoltà, è adesso d'obbligo che il percorso legislativo torni al suo regolare funzionamento e non con questi tempi estremamente lunghi e indefiniti.

Le opposizioni nel frattempo si sono infiammate. In particolare Andrea Marcucci dei Dem si è detto molto preoccupato, poiché non è ancora pervenuto il testo che andrà a mutare drasticamente l'intera manovra. A suo dire questi sarebbero dei comportamenti al limite dell'incostituzionalità. Nella giornata di ieri, sempre come protesta alla manovra, Emma Bonino era arrivata alle lacrime.

Per Annamaria Bernini, leader dei senatori di Forza Italia, invece, questa sarebbe una vera e propria presa in giro verso le istituzioni e verso gli elettori. Secondo il suo parere è inconcepibile lasciare in sospeso una questione di tale importanza per venti giorni. A parere di alcuni esperti, però, sarebbe da riconoscere il fatto che questo ritardo sia stato dovuto in buona parte alle problematiche sorte con Bruxelles, ora finalmente risolte.

Anche secondo Salvini, infatti, a differenza dei governi precedenti che avevano presentato manovre già ''scritte sotto dettatura'' dall'Europa, stavolta si è dovuto lavorare sino all'ultimo, e per questo si è arrivati sino a ridosso del Natale per l'approvazione definitiva.