Il percorso di avvicinamento alle Elezioni Europee si arricchisce ogni giorno di nuovi elementi. Chiamarla “campagna elettorale” è davvero un eufemismo. Trattasi più che altro di una gazzarra mediatica nella quale a dominare sono scandali, polemiche e anche qualche insulto. Non che questa sia una novità, ma stavolta i toni sembrano più accesi del solito, anche perché le forze in campo in grado di determinare l’esito finale sono parecchie.
Le forze in campo
I Cinquestelle sembrano non curarsi troppo dei mille sondaggi (tutti diversi) dati in pasto ad un elettorato più ondivago che mai. Come dargli torto, dato che negli ultimi anni gli Istituti più accreditati hanno toppato malamente ovunque nel mondo. Ma un po' di insofferenza per avere probabilmente perso la leadership come prima forza Politica nazionale traspare e la si avverte.
La Lega si è trovata nel giro di pochi giorni implicata in due casi giudiziari che hanno decisamente tolto il sorriso a Salvini. La rimozione di Siri per i presunti tentativi di favoreggiamento di personaggi per nulla raccomandabili e la nuova tangentopoli in Regione Lombardia sono mazzate che verranno sicuramente pagate in termini percentuali.
Il Partito Democratico, faticando a trovare un leader vero, prova a cavalcare le difficoltà dei due alleati di Governo, per raccogliere le briciole che dovessero cadere dal loro paniere di voti.
Forza Italia e Fratelli d’Italia continuano invece un doppio gioco che non si sa quanto possa andare a loro vantaggio: da una parte si oppongono a tutti i provvedimenti del Governo, recitando meccanicamente il copione dell’opposizione dura e pura; dall’altra incitano Salvini a rompere il contratto coi pentastellati per riformare quella coalizione di centro-destra che nelle amministrazioni locali continua come se niente fosse.
Attorno a questo complesso sistema di equilibri, ogni episodio è buono per accendere una nuova polemica e stare a vedere l’effetto che porta.
Tutto fa brodo: i raduni dei neofascisti, le case popolari assegnate ai rom, gli autobus di Roma che vanno a fuoco, le droghe leggere, le navi delle onlus che raccolgono migranti.
Ogni tanto si sente parlare di Europa, che invece almeno durante queste settimane dovrebbe essere l’argomento al centro dell’attenzione. In fondo è un tema poco interessante, anche perché probabilmente il prossimo Europarlamento verrà letteralmente invaso da forze anti-Europeiste, che faranno di tutto per cambiarne la natura, in favore di quella sovranità nazionale che ovunque, soprattutto per colpa della austerity, ha rialzato la testa.
L’Europa è ormai sempre più contraria a se stessa: uno dei tanti paradossi della politica impazzita di questo decennio.