All’Amsterdam Arena ieri sera è andato in scena il secondo atto della tragedia dal titolo “Vietato sottovalutare”.

Era successo ventiquattro ore prima al Barcellona: il tre a zero del Camp Nou pareva uno svantaggio incolmabile per i Reds. E invece a fine match scorrono fiumi di lacrime, quelle di delusione di Messi, e quelle di commozione del popolo di Anfield che canta “you’ll never walk alone”. La lezione impartita un anno fa dalla Roma non è servita. Nel 2018 fu due a zero e zero a tre, è già sembrava fosse accaduto l'impossibile.

Semifinali ricche di colpi di scena

Ajax contro Tottenham parte da presupposti un po' diversi. I Lancieri sono una gang di ragazzi indomabili, molto dotati tecnicamente, spensierati e quindi un po' incoscienti, e ben guidati da un allenatore visionario, ma preparato. Hanno battuto uno a zero gli Spurs in trasferta, ma in casa non hanno mai brillato, e quindi il Tottenham viene a giocarsi le sue carte, nonostante Kane ancora sia fuori uso. Il coreano Son invece è di nuovo a disposizione.

Il primo tempo pare una discesa libera. Uno a zero, entusiasmo incontenibile, abbracci, mani al cielo; due a zero, la consacrazione. Tra gli olandesi forse si insinua quella inconfessabile sensazione di avercela fatta.

Oramai la finale di Madrid è a un passo, gli avversari sembrano storditi e impotenti. E forse la giovane età non aiuta a rimanere quadrati e sul pezzo, come farebbe un giocatore ultretrentenne che ne ha viste di tutti i colori.

Il Tottenham rientra dagli spogliatoi con altro spirito. Chissà cosa avrà detto Pochettino ai suoi per riportare un po' di fiducia.

Magari non ha detto proprio nulla, perché neppure lui ci credeva. Intanto forse a Londra qualcuno cambia canale, qualcun altro va proprio a dormire, dopo un paio di birre ovviamente. E buonanotte.

E’ Lucas Moura a riaccendere la scintilla. E’ sempre lui dopo pochi minuti a pareggiare il conto. Le espressioni dei biancorossi sono incredule, smarrite.

Bisogna ricominciare a giocare. Ma forse è troppo tardi, oramai il Tottenham è padrone di ogni pallone, le incursioni dell’Ajax sono timide poco incisive. E’ troppo grande il timore di subire il terzo gol. Ci pensa ancora lui, Lucas Moura, a dar ragione alle paure degli olandesi. Ultimo minuto di recupero, una di quelle azioni in cui il tempo sembra fermarsi per tutti, sia per chi vince che per chi perde. L'area davanti a Onana sembra un flipper, una sequenza di errori e svarioni, fino al tocco finale. La festa e la disperazione, e il triplice fischio è assordante.

E cosi al Wanda Metropolitano iniziano ad allestire i preparativi per questa finale a sorpresa (chi avrebbe mai scommesso su Tottenham – Liverpool?), in attesa, forse, di un altro derby britannico nella Finale di Europa League. “Il calcio è tornato a casa” diranno a Londra e dintorni.