Ad una settimana dalla Festa della Liberazione forse più discussa di sempre, per via della scelta di Matteo Salvini di non partecipare ad alcun corteo e la conseguente rabbia delle associazioni partigiane, non si spegne l'eco della polemica riguardo a temi come a quelli legati a 'Bella Ciao', la canzone che tradizionalmente viene associata alla Resistenza. E sono toni particolarmente ruvidi quelli che si sono ascoltati nel corso della trasmissione Mediaset "Quarta Repubblica" Nicola Porro, in cui è emersa una diversità di vedute abbastanza nette tra il vignettista Lauro, spesso molto critico nei confronti di Salvini, ed il giornalista Alessandro Sallusti.
Per Sallusti 'Bella ciao' non può essere la canzone di tutti
Nel corso della trasmissione l'argomento che diventa scottante è quello in cui si pone il quesito sul fatto che 'Bella ciao' possa o meno essere una canzone per tutti gli italiani. Un'ipotesi che viene smontata dal direttore de Il Giornale attraverso una rivisitazione storica personale dela trafila che avrebbe portato ad una diffusione capillare del brano che tradizionalmente viene identificato quasi come la colonna sonora della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Un'analisi, ovviamente, soggettiva e che potrebbe riscontrare il disaccordo di molti.
Sallusti, infatti, ritiene che Bella ciao non possa essere un inno per tutti gli italiani, perché in realtà sarebbe una "fake news". Una definizione pesante che nascerebbe, però, dal fatto che nessun partigiano abbia mai cantato "Bella ciao" nel corso di quella fase storica. "E' stata - rivela il giornalista -introdotta alla metà degli anni '50 dalla retorica comunista per impossessarsi definitivamente di un fenomeno di cui il partito comunista è stato una parte minoritaria". Un intento che, secondo quanto detto dal direttore de Il Giornale, sarebbe pienamente riuscito, considerato che a settant'anni di distanza c'è profonda convinzione del fatto che i partigiani fossero tutti comunisti e che cantassero 'Bella ciao'.
L'esperienza di Porro diventa ulteriore terreno di scontro
Nel corso della trasmissione il conduttore Nicola Porrò avrà modo di sottolineare come nel corso della festa della scuola del proprio figlio di otto anni la maestra abbia chiesto ai bambini di cantare Bella ciao. Una cosa da vedere di buon occhio secondo Vauro, poiché, la conoscenza del fascismo dovrebbe essere insegnata come l'educazione civica e la storia, mentre invece molto spesso non la si approfondisce abbastanza. Sallusti, invece, replicando ulteriormente a Vauro ci tiene a precisare che: "In quella scuola si sono dimenticati di raccontare le foibe e tantissime altre cose che sono successe in quegli anni".
Ecco il video del confronto acceso tra i due: