Si dice orgoglioso della scelta fatta, ovvero quella di beneficiare dei fondi messi a disposizione dall'INPS per destinarli come bonus extra per i dipendenti della propria azienda. A parlare è l'ex presidente della regione Friuli-Venezia Giulia e attuale deputato del gruppo misto Renzo Tondo. Il parlamentare, eletto tra le file del centro-destra, ha dichiarato: "Meglio dare le risorse economiche ai miei dipendenti piuttosto che lasciarli all'INPS e al suo presidente Pasquale Tridico".

Da sottolineare che nella condotta del deputato non va rilevato nessun comportamento illegittimo o illegale.

I sussidi ricevuti da Tondo

Tondo non è tra i beneficiari del bonus dei 600 euro, come altri suoi colleghi finiti in queste settimane al centro della bufera mediatica dello scandalo e delle polemiche, ma ha ottenuto altre due forme di sussidi economici statali a fondo perduto. Dall'Inps il deputato ha ricevuto ben sette mila euro, che lo Stato italiano ha destinato per le aziende e società turistico-alberghiere che sono state più colpite dall'emergenza sanitaria della pandemia Covid-2019 in termini di crollo del fatturato.

A questi 7mila euro se ne sono aggiunti altri quattro, stanziati dalla regione Friuli-Venezia Giulia, che il parlamentare ha utilizzato per acquistare una cella frigorifera nel suo ristorante alberghiero di Carnia, in provincia di Udine.

L'intervista de Il Corriere della Sera

Il parlamentare ha dichiarato nell'intervista rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera, a firma del giornalista Cesare Zapperi, di non sentirsi in colpa per aver richiesto questi fondi in quanto la società gestita dalla sua famiglia (i tre figli e la ex moglie, di cui Tondo detiene soltanto il 5%) avrebbe tutto il diritto di accedere ai contributi statali: 'Non li abbiamo utilizzati per i nostri comodi', sottolinea il deputato del gruppo misto, dichiarando che le risorse economiche sono state versate in busta paga ai tredici dipendenti della sua azienda, in parti uguali.

'Sicuramente i miei impiegati ne avevano più bisogno. Non mi vergogno di aver richiesto il contributo, anzi penso di aver compiuto un nobile gesto', afferma Tondo.

Al giornalista che lo incalza, affermando che i fondi dell'INPS erano destinati ad altri scopi, il deputato ha risposto che quei soldi sarebbero comunque andati alla sua società, avendone essa tutti i requisiti previsti dalla normativa. 'La mia azienda esiste da cinquant'anni. Se qualcuno diventa parlamentare, non è detto che debba lasciare un'attività economica', risponde l'onorevole. Tondo dice anche che si aspettava le polemiche, le aveva messe in conto, ma non prevedeva un polverone talmente esagerato, dettato - a suo dire - da una chiara manovra Politica volta a propagandare il referendum a favore del taglio del numero dei parlamentari.