L'editoriale di Alessandro Sallusti offre una chiave di lettura sospettosa sulla vicenda del bonus incassato da cinque parlamentari. Il direttore del Giornale non mette in secondo piano l'indignazione rispetto all'indennità di circa 15000 euro al mese possa, in seguito, richiedere un bonus da 600 destinato alle persone in difficoltà nell'emergenza in coronavirus. Tuttavia, pone il sospetto che la ribalta mediatica della vicenda possa nascere da precisi interessi. Ricostruzioni che, naturalmente, non hanno una verità assoluta, ma che fanno parte delle sue idee sulla ricostruzione dei fatti.

Sallusti vede un trabochetto con intenti precisi

Tra le polemiche sollevate dall'opposizione c'è la critica al governo secondo cui non avrebbe scritto le regole sul bonus in maniera tale da evitare abusi o comunque mosse poco opportune. Alessandro Sallusti sottolinea come pubblicare la vicenda appare quasi una strategia comunicativa. Singolare è la chiave di lettura offerta. "Più passano le ore - scrive Alessandro Sallusti - e più mi sa di trabocchetto organizzato Di Maio e soci con la complicità del loro uomo messo a capo dell'Inps, Pasquale Tridico". Rispetto a quello che sta accadendo a livello mediatico il direttore del Giornale parla di "ideona" con riferimento a quello che sta monopolizzando le prime pagine dei giornali, a poca distanza temporale da quelle che sono le elezioni regionali in cui, a suo dire, le forze governative rischiano.

"Conte si inventa la favola del tunnel sotto lo Stretto di Messina e i suoi scagnozzi scovano cinque parlamentari disgraziati all'opposizione che non avendo alcun senso della dignità e del ridicolo hanno chiesto il bonus povertà".

Sallusti cita quella che, a suo avviso, è la firma di Casalino

Questo, secondo il giornalista, ha la funzione quasi di mettere in secondo piano altre questione spinose.

Qualifica come "favole" la grande opera nello Stretto e di "cretini" (termine usato per indicare i parlamentari che hanno preso il bonus) invece che di altri problemi con cui deve fare i conti con il paese.

E farà discutere l'idea palesata da Sallusti secondo cui, a suo avviso, questa ribalta mediatica acquisita dalle due vicende possa essere quasi una strategia messa in campo da chi si occupa di curare l'aspetto comunicativo di Palazzo Chigi.

"A occhio - evidenzia - questa è una invenzione, ma non vorrei dargli troppi meriti, di quel genio di Rocco Casalino".

Rilettura dei fatti che, naturalmente, è destinata a far discutere che non mette però in discussione la questione principale: ossia che i 600 euro sono stati incassati da alcuni parlamentari.