Andrea Crisanti è molto preoccupato dall’evoluzione della pandemia di Coronavirus in Italia. Il professore di Microbiologia all’Università di Padova manifesta tutte le sue perplessità durante la trasmissione Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli su La7 nella serata di giovedì 22 ottobre. Per Crisanti, il sistema di tracciamento dei contatti delle persone risultate positive al coronavirus si sarebbe “sbriciolato” più di una settimana fa e il “punto di rottura” sarebbe già stato raggiunto.
Il rischio, avverte, è quello di “distruggere l’economia e minare la coesione sociale”.
Andrea Crisanti a Piazzapulita: ‘Già siamo al punto di rottura’
Crisanti commenta il servizio appena mandato in onda a Piazzapulita sulla nuova emergenza ricoveri per Covid-19 in Lombardia. “Immagini che non avremmo mai più voluto vedere, i numeri testimoniano l’inutilità dei sacrifici che sono stati fatti da milioni di italiani durante il lockdown e la perdita di otto punti di Pil, siamo di nuovo al punto di partenza”, sottolinea con amarezza il virologo. “Lei ritiene che oggi il contagio sia ormai fuori controllo e che la battaglia del tracciamento sia persa?”, gli domanda Formigli.
“Il sistema di tracciamento italiano si è già sbriciolato più di una settimana fa - replica secco Crisanti - oggi con 16.000 casi dovremmo individuare qualcosa come 160.000 persone. Non esiste sistema al mondo in grado di fare questo, ma neanche 4-5.000, già siamo al punto di rottura”.
Crisanti: ‘Dopo i 2.000 casi non c’è stato più controllo’
Andrea Crisanti si dice convinto che il sistema di tracciamento italiano “così come è congegnato adesso, non riesca a farne più di 2.000”. E la conferma della sua teoria, aggiunge, starebbe nel fatto che i casi di coronavirus “sono cominciati ad aumentare in maniera significativa” dopo che è stata raggiunta questa quota. “A quel punto non c’è stato più controllo”, aggiunge.
“Le uniche armi che abbiamo per riprendere il controllo del contagio - prosegue nel suo ragionamento - sono misure restrittive e di distanziamento sociale”. Ma il vero problema secondo Crisanti non è tanto quello di far diminuire il numero dei contagi, come già accaduto con il lockdown, tanto quello di chiedersi come consolidare l’eventuale effetto positivo delle misure restrittive messe in campo negli ultimi giorni, “altrimenti ricominciamo questo ciclo perverso un’altra volta, fino all’arrivo di un vaccino”.
I rischi per l’economia e la coesione sociale
Crisanti è molto preoccupato perché, avverte, “due o tre cicli di questi alti e bassi sono in grado di distruggere qualsiasi economia e minare la coesione sociale”.
Il suo suggerimento, dunque, resta sempre quello già formulato qualche mese fa. Ovvero quello di “creare un sistema di sorveglianza in grado di fare 400.000 tamponi al giorno per ricostruire ed interrompere le catene di contagio. Comunque sia, conclude il suo intervento Crisanti, “siamo destinati a vedere un aumento giornaliero dei casi per i prossimi 15 giorni”.