Forza militare, diplomazia e sostegno internazionale. Questi sono i punti irrinunciabili per vincere la guerra che il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky affida ad un'intervista al New Yorker. Zelensky, consapevole della stanchezza che il conflitto sta generando, continua a mantenere alta la determinazione, convinto che la vittoria sia possibile. Così come si dice convinto che "Trump non sappia come porre fine alla guerra".
L'intervista arriva mentre Zelensky si trova negli Stati Uniti per seguire la settimana di apertura dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove parlerà mercoledì 25 settembre. Giovedì 26 invece sarà a Washington dove incontrerà il presidente americano Joe Biden, la vicepresidente e candidata alle elezioni Kamala Harris e anche il suo sfidante Donald Trump.
Lo stesso giorno è inoltre atteso un suo intervento al Congresso americano, dove chiederà più aiuti e armi e presenterà il piano per battere Mosca. Per tutta risposta, durante la conferenza stampa giornaliera, Dimitri Peskov - portavoce del presidente russo Vladimir Putin - ha detto: "Quando ci saranno informazioni ufficiali, ovviamente le studieremo attentamente".
Il peso del sostegno internazionale
Zelensky insiste sulla necessità di ottenere un maggiore sostegno militare, compresa l'autorizzazione a colpire obiettivi russi con missili a lungo raggio.
L'incursione ucraina nella regione di Kursk, in Russia, fa parte di una strategia volta a dimostrare che l'Ucraina può passare all'attacco per mettere pressione a Putin. Questa mossa serve anche per guadagnare forza diplomatica in vista dei negoziati. "Mi sto concentrando sul presente. Quello che possiamo dire, tuttavia, è che ha già mostrato alcuni risultati. Ha rallentato i russi e li ha costretti a spostare alcune delle loro forze a Kursk, circa quarantamila truppe. I nostri combattenti a est dicono già che vengono colpiti meno frequentemente", ha detto Zelensky.
Le sfide e la diplomazia
Mentre la guerra entra nel suo terzo anno, l'Ucraina affronta crescenti difficoltà, tra cui la stanchezza interna e la carenza di risorse militari.
Zelensky, consapevole della crescente pressione per trovare una soluzione, ha ribadito che “Putin offre solo retorica vuota” e che il leader russo non ha mai dimostrato una vera intenzione di negoziare. Nonostante questo, Zelensky ha espresso apertura a ulteriori vertici di pace, affermando che la diplomazia è l'unica strada per concludere il conflitto in modo giusto.
L’incognita Trump e JD Vance
Durante il suo viaggio negli Stati Uniti, Zelensky incontrerà anche Donald Trump, che ha evitato di prendere una posizione chiara sul sostegno alla vittoria ucraina, limitandosi a dire: "Voglio che la guerra finisca". Secca la risposta di Zelensky nell'intervista: 'La mia sensazione è che Trump non sappia davvero come porre fine alla guerra, anche se pensa di poterlo fare.
Con questa guerra, spesso, più la si guarda in profondità meno si capisce'.
Le elezioni americane rappresentano un momento cruciale per il futuro del sostegno occidentale all'Ucraina, e Zelensky è consapevole dell'importanza di mantenere l’attenzione degli Stati Uniti sulla sua causa.
Su questo ha attaccato il candidato vicepresidente di Trump, JD Vance, definendolo "troppo estremista", mentre su Biden è stato abbastanza chiaro, lodando quello che il presidente ha fatto finora, ma anche ricordando che se dovesse non accettare il suo piano non sarebbe la fine del mondo. "Viviamo nel Piano B da anni. Il Piano A è stato proposto prima della guerra su larga scala, quando abbiamo chiesto due cose: sanzioni preventive e un rafforzamento preventivo dell’Ucraina con varie armi.
Ho detto ai nostri partner che, se l'Ucraina fosse stata molto forte, non sarebbe successo nulla. Non hanno ascoltato. Da allora, tutti hanno riconosciuto che avevo ragione. Rafforzare l'Ucraina avrebbe significativamente ridotto la probabilità di un'invasione da parte di Putin", ha concluso Zelensky.