Nel periodo di dichiarazione dei redditi, mentre gran parte dei contribuenti fa i conti con la brutta notizia di dover restituire in un'unica soluzione gli 80 euro elargiti dal governo Renzi, tutto ciò che riguarda la cattiva gestione delle tasse, risulta particolarmente sgradito ai cittadini. Quando poi si parla di gestione dei rifiuti, l'attenzione a come vengono impiegati i soldi pubblici aumenta.

Per questo non farà certo piacere leggere l'ultimo rapporto di Confartigianato sul tema.

Roma, i costi maggiori per l'insoddisfazione più alta

Alla fine dello sciopero di 24 ore indetto in Ama nella capitale, sciopero a cui ha aderito pare il 90 per cento dei dipendenti, Roma fa i conti con l'emergenza rifiuti. Il commissario straordinario Tronca si era raccomandato solo ieri 31 maggio di ripristinare al massimo, finito lo sciopero, la pulizia delle strade capitoline. Basterà questo per contraddire quanto si legge nell'ultimo rapporto del 28 maggio? Secondo questo rapporto, infatti, Roma detiene un primato; primato molto sgradito però.

Sarebbe infatti la città con i costi più alti per l'igiene urbana. Tradotto, questo significa che Roma è la città in cui i contribuenti pagano più tasse per tale servizio. Di per sé questo non sarebbe un male, se poi però il servizio in questione fosse il migliore d'Italia. Ma qui i dati si incrociano con un'altra evidenza, e cioè la soddisfazione dei cittadini. E il primato crolla.

L'insoddisfazione per un servizio pessimo, chi risarcisce i contribuenti?

Sarebbero circa 250 euro a testa la somma pagata per ogni romano per vedere le strade pulite. Se si considera però che la media nazionale è la metà, che dal 2010 il costo pro capite è aumentato di più di 20 euro e che meno del 10 per cento dei romani si dichiara soddisfatto del servizio, le conclusioni sono presto tratte. Il Presidente Confartigianato Merletti pone la domanda che tutti si fanno: come è possibile che più si paga e meno si pulisce? Evidentemente gli sprechi, l'inadeguata gestione se non addirittura la cattiva amministrazione della cosa pubblica incidono pesantemente su un servizio che dovrebbe essere al primo posto data l'importanza ambientale e sanitaria che assume.

 

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RIFIUTI, LA REGOLA DELLE 4 R

Risolvere il problema rifiuti a Roma sta purtroppo diventando davvero impellente. Lo sciopero dell’Ama di questi giorni ci ha messo di fronte ad una realtà difficile. Roma non può e non deve essere invasa dalla spazzatura. Per la gestione dei rifiuti la parola d’ordine è “rifiuti zero” come obiettivo strategico. Spingendo al massimo l’acceleratore con il “porta a porta”, entro il mio primo mandato conto di raggiungere il 75% di raccolta differenziata. Non è un miraggio o una promessa da campagna elettorale. Si può fare, con la regola delle “quattro R”: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero.

Anche i cittadini devono fare la loro parte. Nelle strade, nelle piazze e nei giardini voglio moltiplicare i cestini per non dare tregua a chi sporca, per mettere in condizione i romani e i turisti di rispettare Roma. Se i romani pagano la Tari devono in cambio ricevere un servizio adeguato.