Prosciutto, wurstel e carni lavorate. Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), mediante un documento dell’Iarc (International Agency for Research on Cancer), tramite uno studio compiuto da 22 esperti, le diverse carni lavorare sono pericolose quanto il fumo, il benzene e l’alcol e sono state inserite nel gruppo 1, cioè tra le sostanze che causano il cancro. Si tratta di quelle carni che subiscono dei processi di trasformazione e conservazione come la stagionatura, la salatura e l’affumicamento.
Il regolare utilizzo di queste carni aumenta il rischio di cancro al colon e al retto ma anche all’intestino e alla prostata. Meno pericolose quelle non lavorate ma inserite comunque nel gruppo 2 cioè tra le sostanze ‘probabilmente cancerose’.
Ma cosa succede realmente?
Quando un animale viene ucciso e macellato, le sostanze tossiche che dovevano essere eliminate regolarmente tramite il flusso sanguigno, rimangono nella carne che, mangiandola, vengono così introdotte nel nostro organismo. Il nostro corpo impiega molte ore per smaltire queste sostanze che rimangono ‘depositate’ nel nostro organismo portando a gravi conseguenze.
La situazione peggiora se le carni sono modificate mediante processi o con l'aggiunta di sostanze non naturali.
Nella lista delle carni lavorate si trovano gli hot dogs, la carne in scatola, il prosciutto, la salsiccia e le salse preparate a base di carne.
Cosa consigliano gli esperti
Secondo una ricerca condotta dall’Aiom nel 2010 il 56 per certo degli italiani mangia la carne almeno 4 volte alla settimana. L’oncologo Carmine Pinto consiglia di limitarne il consumo a una o due volte alla settimana. Già nel 2007 gli oncologi italiani avevano lanciato l’allarme sul consumo di carni modificate e sulla possibile causa dei tumori. Dal ministro Lorenzin il consiglio di praticare una vita sana e di consumare solo carni sane.
La Coldiretti assicura che quelle italiane sono le migliori e le meno trattate. Il Codacons ha presentato una istanza al Ministero della Salute per chiedere se sia il caso di sospendere le vendite e di prendere seri provvedimenti a favore della salute delle persone.