Chi ha fra i 30 e i 40 anni ci avrà sicuramente giocato almeno una volta, quando era bambino. Con il Das si creavano sculture fatte di una pasta modellabile con la quale si giocava in tenera età, ma solo oggi, alle soglie del 2016, si viene a sapere che in questo Pongo (che prende il nome dall'omonima ditta che lo produceva fino al 1993, quando è stata chiusa) c'erano tracce di amianto, da sempre cancerogeno per la salute nostra e di quella dei nostri figli. Una rivelazione a dir poco incredibile che ci arriva direttamente dalle pagine di una rivista scientifica chiamata "Scandinavian Journal of Work Environment and Health".

Stando a quanto riportato in questo studio condotto peraltro da ricercatori italiani dell'Ispo, fra il 1963 e il 1975 sarebbero state trovate tracce di amianto nella pasta da modellare che comunemente veniva chiamata Das. Ecco, quindi, spiegato il perché nel 1993 l'azienda chiamata Adica Pongo di Lastra a Signa è stata definitivamente chiusa.

Come veniva esportato e utilizzato il Das

L'uso del Pongo era abbastanza semplice, dato che a scuola, per esempio, si facevano fare ai bambini, con l'aiuto di forbici o mattarello, alcune sculture con le forme più strampalate per insegnare loro a creare qualcosa con le proprie mani. Solo ora, però, si viene a scoprire che in questa sostanza c'erano tracce di amianto, che ricordiamo non è vietato in tutto il mondo, bensì ci sono Paesi nei quali è assolutamente ancora legale utilizzarlo per costruire e fabbricare qualcosa.

Il rischio, insomma, è che questa pasta da modellare finisse in Italia da Paesi nei quali era assolutamente legittimo inserire l'amianto nei giochi per bambini, ma ci si chiede fino a che punto i piccoli di una volta siano stati contagiati da un elemento che comunque si respirava in gran quantità soprattutto durante la produzione.

Serviranno ulteriori controlli per avere la certezza che gli adulti di oggi non abbiano ancora tracce di amianto nel proprio corpo, fatto sta che si tratta di una notizia che mai ci saremmo aspettati di riportare a distanza di almeno vent'anni dall'ultima volta che abbiamo giocato col Das.