Le funzioni psicologiche dell'uomo e le relative capacità intellettuali sono influenzate dalla stagionalità. È la conclusione a cui è arrivato un team di ricercatori dell'università belga di Liegi, che ha avviato uno studio su 28 soggetti (divisi equamente per genere) di vent'anni, al fine di misurare in che modo questi risentissero del cambiamento stagionale. Il metodo d'indagine ha previsto di verificare il funzionamento del cervello attraverso la somministrazione di test mirati e la contemporanea analisi cerebrale tramite l'utilizzo della Risonanza Magnetica.

Sulla base dei dati raccolti, è stato possibile capire in che modo l'attività del cervello si adatti al periodo dell'anno. In particolare, le rilevazioni fanno pensare ad una sorta di "letargo" in grado di ridurre l'attività cerebrale delle persone durante il periodo invernale, mentre il picco di attività cerebrale si registra nel mese di giugno ed in coincidenza con l'arrivo dell'estate. Questo nonostante l'impatto sulle performance resti generalmente trascurabile. Scopriamo insieme perché.

Cervello e stagionalità: come cambia l'attivazione delle diverse aree di funzionamento

Stante la situazione, dal punto di vista pratico è ancora più interessante scoprire che le performance dei soggetti sarebbero rimaste pressoché inalterate durante le misurazioni.

A mostrare un cambiamento sarebbero invece le aree cerebrali con le quali gli stessi compiti venivano eseguiti: durante gli equinozi autunnali e primaverili si avrebbe il picco delle zone cerebrali coinvolte nella raccolta e conservazione delle informazioni, mentre all'opposto il periodo estivo e quello invernale sarebbero caratterizzati da una maggiore attivazione della parte cerebrale deputata all'attenzione. Sebbene i risultati dei test e dei compiti somministrati durante la risonanza restino simili, risulta però evidente come le funzioni cognitive sono influenzate dalla stagionalità. Si tratta di una conferma importante per la sua contro intuitività, visto che sulle stesse funzioni non vi sarebbero riscontri in merito a differenze ormonali o ad altri parametri come i cicli circadiani e quelli relativi all'alternasi del sonno e della veglia.

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