La Corte di Cassazione, sebbene non abbia analizzato nello specifico la questione, è intervenuta sul legame tra vaccinazioni e autismo: lo ha fatto abbracciando la tesi dei periti interpellati, i quali hanno respinto qualsiasi tipo di collegamento. La Suprema Corte, con la sentenza n.12427 del 16 giugno, ha respinto così la richiesta di risarcimento danni dei genitori di un bambino affetto da un grave ed irreversibile disturbo dello sviluppo neurobiologico, proposta sulla base di un presunto nesso causale tra la vaccinazione contro la rosolia e il morbillo e l’autismo.

La Cassazione ha avallato dunque la tesi sostenuta dalla gran parte della scienza medica, sulla mancanza di un nesso di causa-effetto tra il vaccino e l’autismo. C’è da dire che la pronuncia risulta in controtendenza con l’orientamento tutt’oggi sostenuto da alcuni Tribunali di merito e di legittimità, come quello di Milano. La recente statuizione dei giudici della Cassazione ha, di fatto, "bypassato" quella emessa qualche mese fa, quando gli "Ermellini" ritennero che il Ministero della Sanità fosse tenuto a risarcire i genitori dei bambini affetti da patologia grave a seguito dei vaccini per morbillo, rosolia e parotite.

In tali casi fu stabilito che l’indennizzo dovesse scattare in modo automatico, sotto forma di assegno reversibile per 15 anni. A tale assegno ne doveva essere aggiunto un altro, "una tantum", pari ad una somma ulteriore del 30% (Cass. ordinanza n. 3545 del 23.2.2016).

La Cassazione: non risarcibile la patologia insorta a seguito del vaccino

La legge n.210/92 sull’indennizzo per i soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile anche a causa di trasfusioni, accorda un risarcimento anche a chi ha riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie, infermità o lesioni dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica.

I giudici di Piazza Cavour, nel confermare sia le competenze di ciascuno dei periti incaricati sia il lavoro da loro svolto, ha fatto leva anche sull’ampiezza dell’indagine, che essendo stata condotta in modo approfondito si è perciò soffermata anche sullo studio dei disturbi dello "spettro autistico".

La difesa, ovvero i legali dei genitori del minore, avevano sottolineato invece come la Corte d’appello avesse errato sul profilo professionale dei periti, attribuendogli una competenza per gli aspetti relativi alla patologia autistica. Le contestazioni mosse hanno toccato anche l’assenza di motivazioni su cui si è poggiata la sentenza che aveva escluso il collegamento tra vaccinazione e autismo. Gli "Ermellini", allineandosi invece con l’orientamento dei consulenti medici, non hanno trovato nulla da obiettare alle conclusioni dei giudici della Corte d’Appello.

Vaccinazione in Italia: contro morbillo, rosolia e orecchioni

In Italia, le malattie tipiche dell’infanzia per le quali viene somministrata la vaccinazione sono pertosse, rosolia, morbillo e parotite, con somministrazioni previste in 2 dosi.

La prima viene effettuata a 13 mesi di vita, e la seconda a circa 5 anni di età. La rosolia è una malattia infettiva, in cui il virus si trasmette per via aerea. I sintomi sono febbre, dolori alle articolazioni, mal di testa e gonfiore dei linfonodi dei lati delle orecchie. L’incubazione varia da un minimo di 12 a 23 giorni. Sul viso compaiono macchioline di colore roseo o rosso pallido, meno frequenti di quelle del morbillo.

Il morbillo si trasmette per via aerea, il periodo di incubazione varia da 7 a 18 giorni. I sintomi sono pressoché uguali a quelli della rosolia con febbre, tosse secca, congiuntivite, oltre all’insorgenza di chiazze rossastre sulla faringe e la mucosa della bocca e alle macchie di Koplik.

Dopo 4-5 giorni, generalmente compare un’eruzione cutanea maculo-papulosa che dal collo si estende a tutto il corpo. Per altre info di diritto potete premere il tasto "segui" accanto al nome dell'autore.