La Superhero Therapy è stata creata per aiutare i pazienti ad esprimersi. L’idea di fondo, su cui questa terapia poggia le sue fondamenta, è che per vincere i problemi, a volte basti il superpotere dell’inventiva. Durante la terapia, ai pazienti viene chiesto di leggere un action comic piuttosto che raccontare quello che stanno passando. Questo perché, spesso, si lavora con bambini e ragazzi che hanno difficoltà ad aprirsi o a trovare le parole per esprimere le loro emozioni.

I fumetti, così, diventano il vocabolario di cui hanno bisogno per descrivere il dolore che provano. Anche i più grandi possono beneficiare della Superhero Therapy. Non è raro, infatti, che gli adulti fatichino a raccontarsi perché si vergognano di ammettere le loro debolezze e di accettare il fatto che hanno bisogno di aiuto. Chi meglio di Superman, in questo caso? Supereroe, ma con una debolezza: la kryptonite. Un semplice esempio per capire un concetto che non sempre è facile da accettare: nessuno è invincibile.

La storia di Janina Scarlet

Janina Scarlet, di quanto successo in Ucraina ricorda solo il risveglio in ospedale.

Come tutti quelli avvelenati dalle radiazioni di Chernobyl, doveva bere soluzioni di iodio, non aveva fame e le sue giornate erano accompagnate da forti nausee e mal di testa. Le emicranie le venivano ogni qualvolta che mutava il tempo. Il dolorino al ginocchio che sentono le nonne prima di dire “oggi piove”, per Janina erano atroci mal di testa, talmente forti da provocarle convulsioni. Era sicura che non ce l’avrebbe fatta, che sarebbe morta. Tutto sembrava una fonte di pericolo, per lei. L’ansia le attanagliava lo stomaco ovunque fosse; anche se stava semplicemente sdraiata nel letto, il suo cuore non la smetteva di battere furiosamente.

La sua mente non faceva altro che fabbricare pensieri apocalittici.

Non voleva vedere più nessun medico, perché non voleva più parlare dei suoi problemi. A dodici anni, lei e la sua famiglia emigrarono in America. Le sofferenze, lì, non finirono. A scuola divenne vittima di bullismo sia per la difficoltà che aveva nel parlare inglese sia per quanto era successo a Chernobyl. Veniva bersagliata in continuazione da frasi come “non toccarla, è contagiosa”, “sei radioattiva?” o “davvero ti illumini al buio?”.

La sua vita, però, ebbe una svolta e questa svolta fu il film degli X-Men. La Scarlet si identificò in loro, perché vedeva la sua storia riflessa nella loro: gli X-Men sono mutanti, ostracizzati per la loro diversità e alcuni di loro sono stati esposti anche a radiazioni.

In particolare, Janina amava Tempesta, che era in grado di controllare le condizioni metereologiche; questo, probabilmente, per via delle terribili emicranie che le venivano con l’arrivo del brutto tempo. Capì di non essere più sola, che essere diversi non era necessariamente un male, anzi, che essere un “mostro” (come veniva chiamata) poteva significare anche essere un supereroe. Grazie agli X-Men, che l’avevano spinta a riflessioni di questo genere, Janina Scarlet iniziò a superare il suo disturbo-post traumatico.

Ha continuato i suoi studi, diventando una psicologa e specializzandosi soprattutto nella gestione del trauma. Janina Scarlet ha fatto della sua esperienza una terapia. Nelle sedute, infatti, ha iniziato a parlare con i pazienti di supereroi, ma anche di altri personaggi provenienti da diversi mondi di fantasia, come Harry Potter, con in mente un obbiettivo chiaro: aiutare l’individuo a migliorarsi, a diventare a sua volta un “supereroe”.

Il trauma è solo l’inizio, non tutta la storia, perché ogni supereroe ha dovuto affrontare un episodio drammatico della sua vita per diventare quello che è.

La terapia del supereroe

La Superhero Therapy si basa sia sulla lettura di action comics sia sulla creazione di un fumetto personale. I pazienti possono creare a loro volta una storia, diventando i protagonisti di un viaggio eroico che altro non è che la loro battaglia contro il disturbo mentale. Il supercattivo è la malattia. I problemi dei pazienti sono letti in chiave diversa, diventano le debolezze tipiche dei supereroi che possono essere: la perdita dei genitori, l’isolamento e, nel caso di Janina, un evento traumatico come l’episodio di Chernobyl.

Un aspetto importante dei fumetti è che le storie sono ambientate nella realtà contemporanea, in questo modo aiutano i pazienti senza farli allontanare troppo dalla vita di tutti i giorni. La terapia del supereroe può aiutare le persone ad affrontare, ad esempio, i disturbi affettivi maggiori o quello post-traumatico da stress.

Se i pazienti hanno problemi a raccontarsi e ad esprimere le loro emozioni, impiegheranno certamente più tempo e avranno una maggiore difficoltà a metabolizzare le loro esperienze. La Superhero Therapy li aiuta in questo: spostare i loro problemi su storie esterne alle loro vicende personali fa sì che i pazienti parlino più apertamente e lo stesso accade nel momento in cui sono loro stessi a creare un racconto.

Come ha detto Janina, gli X-Men l’hanno aiutata ad accettarsi per quello che è, ed accettandosi è riuscita a gestire meglio il suo disturbo-post traumatico.

Perché la Superhero Therapy è così speciale? Perché ci ricorda che ogni eroe ha una debolezza da vincere e per farlo, prima dei superpoteri, c’è bisogno solo di una cosa: del coraggio.