Il tumore al seno, in fase iniziale, potrebbe essere curato grazie all’ausilio della sola terapia ormonale. Secondo i risultati di un recente studio presentato a Chicago al congresso mondiale di oncologia medica, il 70 per cento delle donne colpite dal tumore al seno, statisticamente più diffuso e caratterizzato dai recettori ormonali positivi ‘Her2 negativo’ con presenza di linfonodi ascellari negativi, potrà evitare, grazie al test genomico denominato ‘TaylorX’, di sottoporsi alla terapia chemioterapica.
I risultati dello studio sul test 'TaylorX'
Secondo i risultati dello studio americano, condotto dal gruppo di ricerca Ecog-Acrin, la chemio potrà essere evitata in una percentuale molto alta di pazienti colpite da questo particolare tipo di cancro. Il nuovo test TaylorX, secondo i ricercatori, è capace di esaminare ed individuare, minuziosamente, le attività e i comportamenti di alcuni particolari geni prelevati da campioni di tumore, in fase iniziale, insorto nella paziente. Il test riuscirebbe a fornire molteplici informazioni sulla natura biologia del campione, riuscendo a prevedere anche il possibile rischio di insorgenza di recidiva futura. Inoltre, sarebbe in grado di fornire importanti dati sull’effettivo futuro beneficio alla paziente, con la successiva scelta terapeutica del medico, con o senza chemioterapica.
Lo studio si è basato analizzando un gruppo di più di 10.000 donne, nelle quali, era stato riscontrato questo tipo di tumore al seno allo stato iniziale. I ricercatori, durante le varie fasi dello studio, non hanno trovato nessun tipo di riscontro positivo nelle pazienti alle quali era stata somministrata la chemioterapia insieme a quella ormonale.
La deduzione logica degli specialisti è stata quella, quindi, di poter limitare la chemioterapia solo nel 30 per cento di quelle pazienti, nelle quali, già si è sicuri di poter trarre beneficio.
Evitare la chemioterapia con l’ausilio di un unico esame
Prima del test Taylor X, nell’ambito specifico di questo trattamento di patologia oncologica, vi era poca certezza sulla scelta del trattamento più idoneo da dover intraprendere nelle pazienti e che si basava anche sul risultato di altri esami specifici.
Il risultato dello studio sulla validità del nuovo test aveva, quindi, lo scopo di chiarire il più possibile eventuali incertezze a suo riguardo. Alla luce dei risultati positivi, gli esperti hanno sottolineato che tutte le donne colpite da tumore iniziale al seno, dovrebbero sottoporsi a questo tipo di test per valutare, insieme allo specialista, l’opportunità o meno della chemioterapia dopo eventuale intervento. In definitiva, questa opportunità potrà intervenire positivamente sul decorso della malattia oncologica, evitando gli effetti collaterali della chemio e offrendo, in parallelo, risultati soddisfacenti a lungo termine.