L'intelligenza artificiale, ormai impiegata in molti rami, ha fatto il suo ingresso anche in campo medico facendo riscuotere enormi successi. Le prime molecole, non presenti in natura e riprodotte in provetta da un'intelligenza artificiale, risultano non solo funzionali, ma anche selettive. Tutto questo potrebbe portare ad una cura per malattie come la psoriasi, la vitiligine e l'artrite reumatoide. I test effettuati in laboratorio hanno dato esito positivo e se ne attendono di nuovi per poi aprire il mercato ai farmaci del futuro.
I farmaci del futuro
Insilico Medicine, azienda con sede negli Usa, ha creato un'intelligenza artificiale "creativa" che prende il nome di Ecaae (Entangled Conditional Adversarial Autoencoder) e che consente la realizzazione di particelle uniche nel loro genere. Sono molecole non presenti in natura, che hanno specifiche caratteristiche di solubilità, facilità di sintesi e bersaglio da colpire. Il team di ricerca ha realizzato, con tali molecole, degli inibitori novelli che sarebbero in grado di bloccare Janus Kinasi 3 (JK3), una proteina coinvolta nell'evoluzione di malattie come la psoriasi, la vitiligine e l'artrite reumatoide. I primi farmaci del futuro dunque, risultano efficaci e selettivi nei test condotti in laboratori.
L'intelligenza artificiale
L'Ia (intelligenza artificiale) non avrebbe modo di svolgere le proprie funzioni senza quelle che vengono chiamate Reti Antagoniste Generative. Stiamo parlando di algoritmi di intelligenza artificiali costituiti da due reti neurali che si sfidano a vincere, in un ambiente non supervisionato, in un contesto a somma zero.
Questi computer di ultima generazione risultano dunque propensi non solo all'apprendimento logico, ma estremamente predisposti anche per la vena creativa. Non è un caso infatti che l'Ia venga utilizzata soprattutto per la manipolazione di video e foto, per realizzare dei dipinti e per la realizzazione di autovetture dalla guida autonoma.
Ian Goodfellow, giovane ricercatore, attualmente impiegato di Google, aveva creato queste nuove tecnologie già nel 2014.Oggi, grazie al suo lavoro, è possibile la riproduzione in laboratorio dei farmaci del futuro che aprono nuovi orizzonti per la cura di numerose malattie. Inutile precisare che tali farmaci rivoluzionari non sono ancora disponibili sul mercato e che, per potervi accedere, bisognerà aspettare altri riscontri.