L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) hanno presentato all’Auditorium del Ministero della Salute il volume che raccoglie i risultati del censimento in tutti i centri di raccolta dati (Registro Tumori) sull’incidenza dei tumori del nostro Paese. Si stima che durante il 2018 ci saranno circa 373mila nuove diagnosi di cancro.

Diminuiscono i tumori al polmone, allo stomaco e al colon. Aumentano invece i tumori alla mammella.

Situazione stabile

Nel 2017 sono stati diagnosticati 369mila casi di cancro. Quest’anno ne sono stimati pochi di più, tra essi circa 194mila fra i maschi e 178mila fra le femmine. Questo vuol dire che, anche quest’anno, ogni giorno ci saranno circa 1000 nuove diagnosi di cancro. Ma fortunatamente ora una diagnosi di tumore non è più una sentenza di morte. Sono sempre maggiori i tumori che oggi si riescono a controllare e molti anche a curare definitivamente. Grazie ai programmi di screening e alle diagnosi precoci oltre ai progressi fatti con le nuove terapie, sempre più personalizzate e meno invasive.

Rimane comunque una differenza geografica tra diagnosi e terapia: al Nord ci si ammala in misura maggiore o, probabilmente, lì funzionano meglio i programmi di screening per cui i tumori vengono diagnosticati in misura più puntuale. Diversamente al Sud, sebbene i casi diagnosticati siano in numero inferiore, quello che emerge da questa indagine è che in questi territori la mortalità è superiore.

Nel 2018 le tre Regioni dove si registreranno un numero maggiore di diagnosi sono Lombardia (oltre 64mila) seguita da Lazio (quasi 34mila) e Veneto (quasi 32mila). Sempre nel Veneto la sopravvivenza è del 55% per gli uomini e del 64% per le donne, ancora meglio in Toscana ed Emilia-Romagna (56% e 65%, rispettivamente).

In Sicilia, Sardegna e Campania la sopravvivenza degli uomini colpiti da un tumore è circa del 50% mentre delle donne è circa del 60%. La differenza in termini di sopravvivenza nei territori è legata al momento della diagnosi. Grazie alle campagne di screening si riescono a diagnosticare i tumori in una fase precoce, con una maggiore chance di guarigione. Ma questi screening al Sud non sono ancora molto diffusi.

Non tutti i tumori sono uguali

Per i non addetti, una diagnosi di tumore è sempre associata ad un grosso problema di salute, con tutte le ripercussioni emotive. Eppure i tumori non sono tutti uguali. Ve ne sono alcuni definibili “big killer” come quello al polmone (33.836 morti nel 2015), seguito dal colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675).

Sul fronte opposto ci sono tumori che possono vantare un elevato indice di sopravvivenza come il melanoma (87% di sopravvivenza), la mammella (87%), il testicolo e prostata (91%) e la tiroide (93%).

Esistono poi tumori che possono colpire con una maggiore frequenza, ad esempio negli uomini è il tumore alla prostata (18% dei tumori maschili) mentre nelle donne è quello alla mammella (29% tra tutti i tumori femminili). Molto frequenti sono anche quelli al colon-retto, al polmone e alla vescica.

Ma è altrettanto importante sapere che molti tumori, si stima circa il 40%, potrebbero essere evitati adottando un corretto stile di vita. E’ ormai dimostrato come il fumo di sigaretta, la sedentarietà e una dieta scorretta sono tutti comportamenti che favoriscono l’insorgenza di un tumore.

Un altro aspetto importante è la diagnosi precoce. Quindi è possibile inserire in uno stile di vita corretto anche l’adesione alle campagne di screening per una diagnosi precoce di molti tumori.

E poi c’è il fattore età. Il tumore al testicolo è frequente nei giovani ma piuttosto raro negli anziani. Andamento simile per altri tumori come i melanomi, il tumore alla tiroide, il linfoma non-Hodgkin e il tumore al colon-retto. Con l’avanzare degli anni aumentano i tumori alla prostata, al polmone, al colon-retto e alla vescica. Negli anziani prevale il tumore allo stomaco.