Il Comitato Salute Pubblica "La corsa per la Vita" nato a Montichiari (Brescia), che riunisce cittadini di tutti i paesi della Bassa Bresciana Orientale e dell’Alto Mantovano, vuole giustizia, per tutte le vittime dell’inquinamento del territorio dove all’inizio del mese di settembre si è scatenata l’epidemia di polmonite. I casi sono stati più di 700, contando solo i ricoveri negli ospedali di Montichiari, Manerbio, Desenzano, Gavardo, Asola, Castiglione delle Stiviere e Mantova.

I pazienti affetti da legionella sono stati circa 50 e 5 i decessi per sospetta polmonite sui quali si sta accertando la presenza della legionella. La procura di Brescia ha aperto un'inchiesta: l'ipotesi di reato è epidemia colposa.

Alla ricerca della verità

Il Comitato, a nome della popolazione chiede risposte concrete dalle autorità competenti per sapere perché l’infezione batteriologica si sia propagata proprio in questa zona. “Noi vogliamo conoscere i fatti, vogliamo conoscere la verità", afferma Carmine Piccolo (insegnante maratoneta che corre per l’Italia per sensibilizzare le amministrazioni sulla relazione tra veleni ambientali e patologie), portavoce del Comitato.

Ats (Agenzia di Tutela della Salute di Brescia) e Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente). "Entrambi gli istituti stanno continuando le indagini - prosegue Carmine Piccolo - ma prima indicano come responsabili dell’infezione batterica le torri di raffreddamento di alcune aziende, veicoli per l’immissione nell’aria del batterio della legionella individuato come primario responsabile dell'epidemia. Citano anche l'inquinamento nel fiume Chiese senza ancora stabilire le cause certe. Secondo la mia opinione si è creato un mix di veleni che ha determinato una bolla di aria putrida e batteri che hanno colpito le persone più esposte che si sono ammalate”.

Risarcimenti per i malati

Il Comitato sta lavorando per ottenere un risarcimento per tutte le persone che si sono ammalate e per le famiglie dei deceduti a causa della polmonite.

Per fermare i veleni, che inquinano il territorio, si vuole creare un precedente. “Se noi riusciamo a creare un precedente, cioè a trovare la correlazione tra inquinamento e malattia - conclude Carmine Piccolo - trovandosi a dover pagare un risarcimento, i responsabili dell’inquinamento ambientale probabilmente si fermeranno e il nostro territorio sarà più pulito”. Il Comitato, in collaborazione con l’avvocato Donatella Menta, è pronto a lanciare un'azione legale per intentare una causa civile cumulativa.