Un pellegrinaggio sportivo per raggiungere la Terra Promessa. Così si potrebbe definire l’autentica impresa di due ciclisti novaresi, Christian Velati e Riccardo Crola, che da Borgomanero hanno sfidato il caldo d’agosto nonchè il ciottolato e la ghiaia della Via Francigena per raggiungere Roma. 917 km per otto tappe sfibranti e intense, caratterizzate da bellezze paesaggistiche prontamente immortalate e dalla passione per le due ruote.

La Clessidra ha fatto cadere l’ultimo granello di sabbia: la prima parte del viaggio

Quando un odontotecnico (Crola) ed un farmacista (Velati) si mettono in testa un progetto ambizioso, possiamo stare certi che ogni particolare venga curato nei minimi dettagli: dall’equipaggiamento al chilometraggio, dalla preparazione fisica alla gestione dello sforzo. Borgomanero-Roma sulla Via Francigena è in primis un'eccitante sfida a livello sportivo.

Si parte il 31 luglio, appena dopo le 9.00 di mattina per percorrere i primi km con temperature accettabili ma che metteranno ben presto alla prova la resistenza del duo.

Così come Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury che ricevette il pallio dal Pontefice Giovanni XV, annotava i punti di sosta (Mansio) del suo iter su un diario, Christian e Riccardo postavano foto sui loro profili Facebook in un ideale passaggio di consegne tra passato e presente.

Passiamo rapidamente dall’Abbazia di Morimondo alla Corte di Sant’Andrea, piccola frazione baciata dal Po in provincia di Lodi. Il day 2 è contrassegnato da temperature ed umidità africane: il percorso fino a Sivizzano di Fornovo Taro nel parmense vede i nostri impegnati in una frazione di 120 km che ha toccato Piacenza e Fidenza. Le salite sono dietro l’angolo e la “Cima Coppi” di questo viaggio è rappresentata dal Passo della Cisa: la Lunigiana ed i suoi strappi hanno stremato il combo novarese, la sosta di Sarzana è stata un autentico toccasana.

Il ritorno nelle Contrade, l’arrivo in Vaticano: la seconda parte del viaggio

La Toscana sorprende, conquista, affascina: ogni passaggio è un ricordo, un prisma che prilla nelle foto e nella pedalata – rigorosamente in souplesse – per godersi le suggestive Pietrasanta, Camaiore, Lucca, Altopascio, Porcari, Galleno e Fucecchio. Il ristoro tra le torri medievali di San Gimignano ed il passaggio nell’incantevole San Miniato, fanno da apripista ad un momento amarcord.

Nel 2015 infatti Velati fu protagonista di un’altra impresa: la Borgomanero-Siena-Borgomanero, 1100 km in bici da strada per il famoso Palio nelle mura cittadine. Si torna ne Il Campo, di fronte alla maestosità della Torre del Mangia: una Verbena, quanto mai doverosa, e due birre per rifocillarsi, quanto mai necessarie, traghettano i due amatori verso un’altra tappa, la Radicofani – Sutri, dopo aver affrontato le asperità dell’Eroica.

Strade bianche a mo’ di red carpet ed ecco che sull'Antica Cassia si materializza il profumo di “Vacanze Romane”. Il lago di Bolsena, Viterbo e Vetralla sono gli ultimi avamposti prima dell’abbraccio con l’Urbe eterna, "quel salotto da attraversare in punta di piedi" come la definiva Alberto Sordi.

Che cosa rimane?

Mollare gli ormeggi, lasciandosi trascinare dagli alisei dell’avventura: Christian e Riccardo rispecchiano l’archetipo del viaggiatore che accetta le sfide ed osserva il mondo da angolazioni atipiche. “Le radici sono importanti nella vita di un uomo” scriveva lo sceneggiatore Pino Cacucci “ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove” lontano da volti conosciuti e dalle abitudini.

Borgomanero non è solo il punto di partenza ma rappresenta inoltre il futuro certo che, d’un tratto, si trasforma in noiosa routine per coloro che hanno un animo avventuroso. Solo un orizzonte in costante mutamento, un iter come quello affrontato dai due ciclisti, rende il ritorno meno amaro: il filtro del ricordo, col suo carico di esperienze, veste di nuovi significati il presente, le giornate in casa, il vissuto quotidiano nella piccola provincia.