Una vera e propria rivoluzione, un problema non indifferente. Il campionato del mondo su strada continua a creare discussioni e proprio nella giornata di ieri è stata diffusa la notizia di una possibile riduzione del percorso di Doha, che già aveva sollevato non poche polemiche negli appassionati. Valutazioni quotidiane per capire quali saranno le condizioni atmosferiche e come quest'ultime possano eventualmente condizionare gli atleti in gara. 

Il caldo dunque potrebbe essere il male minore, senza dimenticare poi i cambiamenti che possono accompagnare la lunghissima giornata.

Problemi organizzativi che per molti emergono veramente troppo tardi, visto che mancano circa quindici giorni alla prova in linea maschile. 

Le dichiarazioni dell' UCI

Test e controlli fino a pochi minuti prima della partenza. Poi le decisioni verranno prese in base a questi rilevamenti: in caso di temperature considerate alte, la corsa maschile potrebbe essere lunga soltanto 150 chilometri. Lo stesso provvedimento potrebbe essere preso anche per le altre gare in linea. È questo il sunto delle dichiarazioni trapelate dall'organizzazione. 

Inoltre sono previste anche moto all'interno del plotone, in grado di fornire acqua in caso in ciclisti fossero impossibilitati a raggiungere le proprie ammiraglie.

Anche le squadre riceveranno la giusta fornitura per combattere la calura tipica del paese organizzatore. 

Una misura preventiva in ritardo?

La sede del mondiale è stata decisa già da tempo e molti adesso si interrogano su questa decisione. Possibile che questo non è stato messo in conto nei mesi precedenti? Gli interrogativi sono tanti e il percorso già tanto discusso subisce un'ulteriore critica. 

La rassegna iridata rischia di essere un fiasco totale oppure si riuscirà a mettere la classica pezza (fredda, giusto per ironizzare sul problema)? L'organizzazione mondiale è sicuramente nell'occhio del ciclone delle polemiche ed un' eventuale riduzione del percorso potrebbe creare ancora più confusione. Rimangono i dubbi, rimane anche la netta sensazione che l'edizione 2016 della rassegna mondiale può entrare nella storia, seppur dalla porta sbagliata. D'altronde bene o male, basta che se ne parli.