Una delle novità tecniche che ha segnato le ultime stagioni del ciclismo professionistico è stata l'adozione, da parte di un numero sempre maggiore di corridori, di pedivelle di lunghezza inferiore rispetto agli standard del passato. La pedivella è la barra che collega il movimento centrale della bicicletta ai pedali e la sua misura era standardizzata a 172,5 mm. Alcuni campioni, tra cui Tadej Pogacar, hanno iniziato ad usare delle pedivelle più corte, anche di 165 mm. I risultati straordinari ottenuti dal fuoriclasse sloveno hanno innescato un grande interesse sulle pedivelle corte, anche tra i cicloamatori.
Il biomeccanico Willie Swift, tecnico del team Human Powered Health, ha spiegato che l'utilizzo di pedivelle più corte rispetto allo standard di 172,5 mm non è una banale moda, ma che non è indicato per tutti i corridori.
'Era solo un numero arbitrario'
Parlando a Bicycling, Willie Swift ha spiegato che non esiste una misura di pedivelle che vada bene per tutti i corridori, professionisti o amatori, e che il motivo per il quale finora era stata utilizzata solo quella da 172,5 mm è molto banale. "Per tanto tempo lo standard nel Ciclismo è stato di pedivelle da 172,5 mm per tutti. È sempre stato così, quindi la maggior parte delle squadre aveva solo quelle con cui lavorare. Ma era solo un numero arbitrario.
Le pedivelle non devono essere di quella lunghezza. Quindi sono contento che ci siano più opzioni disponibili per i ciclisti, poiché la migliore lunghezza della pedivella per ciascuno dipende dalla lunghezza delle gambe", ha dichiarato il biomeccanico.
Tadej Pogacar, ma anche Tom Pidcock, sono passati a pedivelle più corte, trovando dei benefici perchè sono corridori di piccola taglia.
Atleti fisicamente più imponenti come Van der Poel o van Aert difficilmente potrebbero fare altrettanto.
Swift: 'Si può assumere una posizione più aerodinamica'
A introdurre per primi le pedivelle corte sono stati i campioni del triathlon, sport sempre attento e all'avanguardia nell'evoluzione tecnologica. Negli anni Duemila, i triatleti hanno iniziato ad usare queste speciali pedivelle per adottare delle posizioni più aerodinamiche.
"Un vantaggio delle pedivelle più corte è che, poiché l'angolo dell'anca non è così chiuso nella parte superiore della pedalata, puoi piegarti di più e, quindi, ridurre la resistenza aerodinamica", ha dichiarato Willie Swift. "Il coefficiente di resistenza può diminuire con una pedivella più corta, ed è per questo che è molto popolare tra i triatleti: ti consente di mantenere una posizione più aggressiva", ha continuato il biomeccanico.
Swift ha spiegato che pedalare con pedivelle della giusta misura è molto importante anche per prevenire gli infortuni, soprattutto alle ginocchia. "La lunghezza della pedivella è la cosa più importante, in particolare nella flessione massima del ginocchio, ovvero quanto si piega il ginocchio nella parte superiore della pedalata.
Le ricerche hanno dimostrato che 70 gradi è l'estensione massima che dovresti avere quando pedali, andando oltre eserciti molta forza esterna sull'articolazione del ginocchio, il che può causare lesioni o disagio", ha dichiarato Willie Swift.