Anche il secondo tappone di montagna consecutivo del Giro del Delfinato ha confermato la forza di Richie Porte, sempre più in giallo, ma anche la ritrovata consistenza di Fabio Aru. La tappa è andata al britannico Peter Kennaugh, che ha avuto un giorno di libertà dai compiti di gregariato per Froome ed ha ben giocato le sue carte in una fuga da lontano. Tra gli uomini di classifica Bardet ha reagito alla difficile giornata di ieri attaccando e recuperando terreno, ma il più forte di tutti si è dimostrato ancora Richie Porte.

Kennaugh firma l’Alpe d’Huez

La settima e penultima tappa del Giro del Delfinato portava i corridori ancora in alta montagna con il Col de Sarenne e poi gli ultimi 4 km della storica salita dell’Alpe d’Huez. La corsa si è presto divisa in due, con la lotta per la vittoria di tappa ristretta ad un gruppetto di fuggitivi della prima ora, e gli uomini di classifica più in attesa.

Davanti si è formata nelle prime battute una fuga con anche Ulissi, Finetto, Herrada, Swift, Kennaugh, Vanendert e Vuillermoz. La BMC della maglia gialla Richie Porte ha gestito con intelligenza la corsa, lasciando fare alla fuga e badando a non consumare energie in maniera inutile.

Il col de Sarenne ha spezzato definitivamente la fuga, con prima Kennaugh che se ne è andato in compagnia di Delio Fernandez e Vanendert. Sul terzetto è poi rientrata anche la coppia della UEA composta da Swift e Ulissi, ma sorprendentemente il velocista britannico si è dimostrato più brillante del livornese. Swift ha attaccato in compagnia del connazionale Kennaugh, scollinando il col de Sarenne e superando poi i saliscendi verso gli ultimi 4 km dell’Alpe d’Huez. Qui Kennaugh ha forzato subito nel tratto più duro temendo lo spunto del connazionale, e nonostante una flessione nel finale è riuscito a portare a casa una vittoria prestigiosissima.

Porte sempre più in giallo

L’altra corsa, quella per la classifica, ha cominciato a muoversi già prima di arrivare al col de Sarenne con un attacco fin troppo coraggioso di Talansky.

La BMC ha continuato senza scomporsi, gestendo la corsa con lucidità, così come quando sul col de Sarenne è stato Romain Bardet a lanciarsi all’offensiva. Il francese ha voluto rialzarsi dopo la debacle della crono e la difficile tappa di ieri, dimostrando almeno una grande determinazione.

Anche Aru si è mosso sul Sarenne, ma il sardo non ha insistito e allo scollinamento i big si sono ritrovati assieme dietro a Talansky e Bardet. L’americano ha poi pagato il lungo sforzo negli ultimi 4 km verso l’Alpe, mentre Bardet ha mantenuto una buona efficacia nella sua azione. Dietro è stato ancora Fabio Aru a provarci, ma quando Richie Porte si è deciso a scoprire tutte le sue carte si è capito che l’australiano è al momento il numero uno.

Froome e Valverde hanno mollato subito ed anche Contador si è dovuto staccare. Aru è stato raggiunto e superato dalla maglia gialla, sul quale è rimasto il solo Jakob Fuglsang. Porte ha lasciato circa 40'' a Bardet, ma ha guadagnato ancora una decina di secondi su Contador e una ventina su Aru, con Valverde e Froome poco più dietro. La classifica vede ora Richie Porte molto saldamente in maglia gialla, con un vantaggio che è salito a 1’02’’ su Froome 1’15’’ su Fuglsang, e con Aru che occupa una quarta piazza quasi insperata alla vigilia.