Le ultime immagini di Riccardo Riccò nel mondo del ciclismo professionistico sono quelle drammatiche di quasi sette anni fa, quando rischiò la vita per una trasfusione mal riuscita. Il corridore modenese fu squalificato per Doping per la seconda volta in carriera, con una pesante sentenza di 12 anni di stop. Da allora Riccò si è costruito una nuova vita lontano dalle corse, si è sposato e si è trasferito a Tenerife.
Ma la voglia di tornare a correre non si è sopita del tutto, tanto da progettare già un clamoroso ritorno al termine della squalifica.
Riccò, la vita a Tenerife
Riccardo Riccò era passato al ciclismo professionistico nel 2006 come una delle grandi promesse del movimento azzurro, diventando però un personaggio controverso e discusso, con un carattere esplosivo e litigioso e ben presto gli scandali legati al doping. Dopo un avvio di carriera travolgente, con le vittorie di tappa alla Tirreno Adriatico e al Giro d’Italia, il secondo posto alla corsa rosa dietro a Contador, Riccò fu trovato positivo al CERA durante il Tour de France 2008 in cui aveva firmato due tappe.
Dopo la squalifica il corridore modenese tornò con la maglia della Flaminia, vincendo al Giro del Trentino e al Giro d’Austria, prima di passare alla Vacansoleil. All’inizio della stagione 2011 fu però nuovamente squalificato, stavolta per 12 anni, dopo un folle tentativo di doping mal riuscito. Lontano da clamori e telecamere in questi anni Riccò è riuscito a rimettere un po’ d’ordine in una vita che rischiava di sfuggirgli. Il modenese vive e lavora a Tenerife, dove ha aperto una gelateria. “Le cose vanno bene, mi piace fare il gelato, ma non c’è niente come l’amore per il Ciclismo” ha raccontato Riccò alla Gazzetta dello Sport.
L’appuntamento al 2023
Fedele al suo personaggio anticonvenzionale, senza filtri e senza mezzi termini Riccò ha riservato qualche commento tagliente al mondo del ciclismo e a qualche ex collega.
“Le squadre? Sono pilatesche, non ti dicono di doparti ma che devi portare il risultato, chiedetevi come” ha dichiarato l’ex corridore modenese, che ha speso qualche parola anche per Ivan Basso. “Io ero esuberante e senza filtri, non avevo persone di fiducia vicino, ma non era neanche facile aiutarmi. Basso al contrario è stato bravo a vendersi bene mediaticamente” ha spiegato Riccò, convinto che questo atteggiamento sia stato decisivo nella diversa strada che hanno preso la sua carriera e quella del varesino dopo la squalifica per doping. Ma Riccò ha riservato anche il colpo di scena finale, nel perfetto suo stile: “Tornerò a correre. Nel 2023, quando scadrà la squalifica avrò 40 anni. Sarò competitivo, se non troverò una squadra ne farò una io” ha dichiarato Riccò.