E’ stata un’edizione spettacolare e drammatica quella che ha regalato quest’anno la Parigi Roubaix. Tra cadute, incidenti e attacchi l’Inferno del Nord non ha risparmiato emozioni forti, con un Peter Sagan che ha incorniciato una giornata perfetta. Il Campione del Mondo ha avuto ragione della Quickstep con un attacco da lontano, un azzardo andato a buon fine con la collaborazione di un incredibile Silvan Dillier, secondo.
Purtroppo la corsa è stata segnata anche da un episodio drammatico, un malore al corridore belga Goolaerts, portato in gravi condizioni all’ospedale di Lilla.
Nell’Inferno tra cadute e incidenti
La Parigi Roubaix è iniziata a ritmi sostenuti, con una bagarre intensa per inserirsi nella classica fuga da lontano. Alla fine, dopo diversi attacchi, davanti si sono raggruppati nove corridori: Sven Erik Bystrøm (Emirati Arabi Uniti), Silvan Dillier (AG2R La Mondiale), Marc Soler (Movistar Team), Ludovic Robeet (WB Aqua Protect Veranclassic), Jimmy Duquennoy (WB Aqua Protect Veranclassic), Jelle Wallays (Lotto Soudal), Geoffrey Soupe (Cofidis, Solutions Credits), Gatis Smukulis (Delko Marseille Provence KTM) e Jay Robert Thomson (Dimension Data).
La Quickstep ha preso la guida del gruppo finchè una serie di cadute ha portato anche quest’anno la Roubaix ad essere una corsa ad eliminazione. Anche Van Avermaet (BMC) è stato costretto ad un lungo inseguimento, ma tra i più sfortunati è stato Matteo Trentin (Mitchelton), costretto al ritiro ad un centinaio di chilometri dall’arrivo per una rovinosa caduta in un tratto di pavè.
Il gruppo è così arrivato già più che dimezzato al passaggio suggestivo della Foresta di Arenberg, dove Philippe Gilbert (Quickstep) ha attaccato seguendo Teunissen (Sunweb). La Quickstep ha probabilmente abusato un po’ della propria forza, disperdendo tante energie senza raccogliere risultati pratici. Gilbert è rimasto all’attacco una ventina di chilometri prima di essere raggiunto dal gruppo ridotto a circa cinquanta corridori, poi è stato Zdenek Stybar a continuare la strategia tutta d’attacco dei Quickstep.
Il corridore ceco si è consumato in un’azione isolata con pochi secondi di vantaggio prima di essere inesorabilmente raggiunto.
Lo show di Peter Sagan
Con una selezione già nettissima e molti corridori isolati la corsa è diventata molto aperta a più di 50 chilometri dal traguardo. Van Avermaet, parso non brillantissimo, ha aperto la bagarre con un paio di scatti subito annullati. Nella mischia si è inserito Peter Sagan (Bora Hansgrohe), che ha allungato trovando stranamente il via libera di tutti gli altri favoriti, forse convinti di farlo consumare ed eliminarlo in questo modo.
A 54 chilometri dall’arrivo così è iniziato lo show del Campione del Mondo, che dopo un po’ di incertezza ha tirato dritto andando a raggiungere Silvan Dillier e Jelle Wallays, i fuggitivi ancora al comando, e trovando con loro un ottimo accordo.
Dietro Van Avermaet si è trovato isolato e la Quickstep ha tergiversato. Il forcing di Niki Terpstra ha poi spezzato definitivamente il gruppo, ma eliminando anche tutti gli altri Quickstep e annullando la possibilità di una rincorsa organizzata a Sagan, il cui vantaggio è lievitato oltre il minuto.
Il Campione del Mondo è rimasto poi con il solo Dillier, protagonista di una prova maiuscola e ancora capace di dare man forte alla fuga nei tratti senza pavè. Terpstra ha cercato un ultimo e disperato assalto tra i tratti di pavè di Champins en Pevele e Carrefour de l’Arbre, ma senza poter riaprire la corsa. Con l’olandese sono rimasti un Van Avermaet ben lontano da quello della scorsa stagione oltre a Stuyven e Vanmarcke, ma ormai solo in lotta per i piazzamenti.
Dillier ha collaborato con Sagan fino alle ultime pedalate nel velodromo, poi il Campione del Mondo ha messo il sigillo vincente ad una corsa indimenticabile, folle e spettacolare. Terpstra ha anticipato gli altri per il terzo posto, con Van Avermaet davanti a Stuyven e Vanmarcke.