I campioni del grande Ciclismo sono pronti ad entrare nell’Inferno del Nord. La Parigi Roubaix, la classica sul pavè più terribile, è proprio questo, una corsa folle e infernale, amata o odiata senza mezze misure. È una sfida unica, antica fino ad essere apparentemente anacronistica in un ciclismo tecnologico e programmato come quello attuale. Proprio per questo è una corsa temuta, attesa e dal fascino inimitabile. La Parigi Roubaix 2018 riproporrà il percorso con i passaggi più classici, la Foresta di Arenberg e il Carrefour de l’Arbre, e una sfida che dal punto di vista strategico sarà la rivincita del Giro delle Fiandre.
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Parigi Roubaix, un percorso dal fascino unico
La Parigi Roubaix 2018 di domenica 8 aprile affronterà 29 tratti di pavè su 257 chilometri del percorso, pressoché interamente pianeggiante. Il via non è da Parigi, come indicherebbe il nome e come avveniva anticamente, ma da Compiegne. Il motivo è che i tratti di pavè sono diminuiti rispetto a tanti anni fa e si trovano in territorio molto più ristretto. Per questo il via è stato avvicinato al nord est, per poter affrontare un numero maggiore di settori di pavè. Il primo centinaio di chilometri dopo il via di Compiegne è veloce e senza pavè.
Il primo settore di pietre è dopo 93 chilometri, e da qui ogni momento può riservare insidie, pericoli e colpi di scena. Spesso però il primo momento chiave della corsa è il passaggio nella Foresta di Arenberg, luogo mitico della storia del ciclismo. Qui avviene la prima selezione importante e non è raro che qualche nome grosso resti staccato, anche a causa di incidenti e forature.
Arenberg è a 94 chilometri dall’arrivo e da qui la corsa non concede respiro, con una sequenza incessante e sfiancante di tratti di pavè.
Gli altri settori più difficili sono il Mons en Pevele, ad una cinquantina di chilometri dall’arrivo, e il Carrefour de l’Arbre, altro passaggio mitico. E’ qui, a circa 18 chilometri dal traguardo che i campioni si affrontano per la sfida finale, prima di andare verso il velodromo di Roubaix dove la corsa si conclude, proprio come avveniva per tante classiche nel ciclismo di una volta.
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La Quickstep è la squadra faro
La Parigi Roubaix è una corsa particolare, adatta ad un numero ristretto di corridori e capire quali saranno gli equilibri e i temi tattici non è così complicato. La Quickstep sarà ancora la squadra faro, quella capace di smuovere e comandare la corsa in virtù di un organico con una forza complessiva senza pari. Il vincitore del Fiandre Niki Terpstra è in grande condizione e punta alla doppietta, ma in casa Quickstep sono molto alte anche le quotazioni di Philippe Gilbert, che torna alla Roubaix dopo 11 anni ed è determinatissimo a vincere questa che è una delle due classiche monumento ancora non presenti nella sua bacheca.
La Quickstep avrà anche una terza punta del valore di Zdenek Stybar, secondo un anno fa. Lo squadrone belga potrà quindi giocare su più fronti e mettere in difficoltà le individualità di Greg Van Avermaet, campione in carica, e Peter Sagan, che però avrà una Bora sulla carta più forte rispetto al Fiandre grazie soprattutto a Daniel Oss, particolarmente adatto alla Roubaix.
Sembra molto forte la Trek Segafredo, con Jasper Stuyven, la sorpresa del Fiandre Mads Pedersen e un ex vincitore dell’Inferno come John Degenkolb. Attenzione poi al solito Sep Vanmarcke (Education First), sempre tra i migliori sul pavè, al campione belga Oliver Naesen (AG2R), ai nostri Gianni Moscon (Sky) e Matteo Trentin (Mitchelton).
Tra gli outsider figurano poi Kristoff (UAE), Demare (Groupama) e il fuoriclasse del ciclocross Wout Van Aert (Verandas Villems).
La Parigi Roubaix di domenica 8 aprile sarà trasmessa in tv e streaming con una diretta lunghissima. Eurosport 1 inizierà il collegamento alle 11, Rai Sport alle 11.30 per poi passare su Rai Tre alle 15.30. L'arrivo è previsto intorno alle 17. Lo streaming sarà disponibile sul sito rai.it e con il servizio Eurosport Player.
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— Alessandro Cheti (@girociclismo) 7 aprile 2018