In un'intervista rilasciata a Eurosport, l'ex campione tedesco di ciclismo, Jens Voigt, ha commentato alcuni dei temi principali della Vuelta Espana, conclusa domenica scorsa con la vittoria di Sepp Kuss. Partendo da Evenepoel, del quale ha detto: "Sembra che manchi ancora di affidabilità. Forse è perché ha praticato un altro sport per troppo tempo e non imparato il Ciclismo da zero", per arrivare alla corsa che è stata comandata dalla Jumbo Visma, che ha spadroneggiato in tutte le tappe di montagna ed ha monopolizzato il podio finale con Vingegaard e Roglic dietro all'americano.

La netta superiorità del team olandese ha portato ad una corsa molto particolare, in cui i tre gialloneri si sono trovati a doversi giocare la vittoria tra di loro, senza altri avversari. Alla fine, i Jumbo hanno deciso di privilegiare e difendere la maglia rossa di Sepp Kuss e congelare la situazione acquisita, una scelta che Voigt ha giudicato molto penalizzante per Roglic. "Se avesse voluto, avrebbe potuto vincere la Vuelta, ha fatto un grande sacrificio", ha dichiarato l'ex corridore tedesco.

Voigt: "Se volevano far vincere Kuss dovevano tenerlo con sè"

Secondo Jens Voigt, in casa Jumbo Visma le cose non sono filate via lisce come farebbe pensare la grande festa finale con Vingegaard e Roglic ad incoronare il loro storico gregario Kuss.

L'ex corridore tedesco ha osservato come il modo di correre e le dichiarazioni del danese e dello sloveno non fossero così in linea, almeno fino alla tappa dell'Angliru. "Roglic e Vingegaard hanno attaccato e Kuss, il loro fedelissimo compagno e leader della classifica generale, non poteva seguirli. Un minuto dopo l'arrivo hanno dichiarato che volevano che vincesse Kuss. Ma se è quello che vuoi devi tenerlo con te, o sarebbe stato troppo?" ha commentato Jens Voigt.

Secondo l'ex campione, è stato l'impatto dei social media a far cambiare idea alla Jumbo. "C'è stata un'enorme protesta mediatica a favore di Kuss", ha commentato Voigt, che si è detto comunque entusiasta della vittoria dell'americano.

"È grandioso che abbia vinto, è stato un bel finale. Non bisogna dimenticare che Vingegaard e Roglic hanno ottenuto le loro vittorie anche grazie al suo aiuto", ha ricordato Voigt, che però ritiene Roglic particolarmente sacrificato da questa particolare situazione. "Si era allenato in altura, aveva visionato le tappe, ha investito tanto impegno e tanto tempo lontano da casa per questa Vuelta. Quello era il piano preparato da diversi mesi. Gli è stato chiesto un grosso favore: butta due o tre mesi di lavoro e fai questo regalo. Perché lo abbiamo visto, se avesse voluto, avrebbe potuto vincere la Vuelta. Sarebbe stato abbastanza forte se avesse attaccato prima o con più forza.

Roglic ha fatto un grande sacrificio" ha analizzato Jens Voigt.

"Il ciclismo a volte fa molto male"

L'ex corridore tedesco ha parlato anche dell'altra stella della Vuelta Espana, Remco Evenepoel. Il campione belga sarebbe dovuto essere il vero rivale della corazzata Jumbo, ma è crollato sul Tourmalet ed è uscito dai giochi per la classifica generale. Evenepoel ha però reagito con grande temperamento, focalizzandosi sulle vittorie di tappa e sulla maglia a pois, obiettivi centrati regalando spettacolo quasi ogni giorno nella seconda parte della corsa. Secondo Voigt, Evenepoel ha un talento enorme, paragonabile a Vingegaard o Pogacar, ma non è ancora una certezza come lo sono il danese e lo sloveno.

"Sembra che manchi ancora di affidabilità. Forse è perché ha praticato un altro sport per troppo tempo e non imparato il ciclismo da zero. Sembra avere difficoltà a digerire quando le cose non vanno bene. Perde quasi mezz'ora e il giorno dopo va subito in fuga. Se stesse male fisicamente, non funzionerebbe", ha spiegato Voigt. "Credo che il suo problema sia più nella sua testa, nell'atteggiamento o nella capacità di affrontare le crisi. E il ciclismo a volte fa molto male. Ma poi devi dire a te stesso che fa male anche a tutti gli altri", ha commentato Jens Voigt.