Ai 1.800 metri di Aguascalientes in Messico, in uno dei velodromi a più alta quota del mondo, il campione olandese Jeffrey Hoogland ha riscritto la storia del km da fermo. Il trentenne olimpionico e iridato ha organizzato l'assalto al record del mondo di questa specialità, che seppur cancellata dal programma dei Giochi olimpici resta una delle più affascinanti e classiche del Ciclismo su pista.

Nel suo tentativo di martedì 31 ottobre Hoogland ha demolito il precedente primato che apparteneva al francese Pervis, volando a quasi 65 km orari di media. Prima di scendere in pista il campione olandese ha raccontato la sua lunga rincorsa a questo record, costruita con dure sessioni di allenamento in palestra in cui ha sollevato anche 650 kg alla pressa.

Hoogland: 'Ho organizzato una specie di coppa del mondo solo per me'

Jeffrey Hoogland è dal 31 ottobre il nuovo primatista del mondo del km da fermo, disciplina non più olimpica da Atene 2004 e in cui vanta quattro titoli iridati. Per battere il vecchio record, che apparteneva da dieci anni al francese Pervis, Hoogland ha organizzato un evento specifico in Messico, ad Aguascalientes, per sfruttare i vantaggi dell'alta quota.

Questo ha comportato un doppio lavoro per il corridore, che mentre si allenava ha dovuto anche pensare a mettere insieme tutti i pezzi per preparare la sua gara.

"C'era da organizzare la giuria, il cronometraggio, il macchinario per la partenza, il noleggio della pista, gli alloggi, gli alberghi, il cibo. Ho organizzato una specie di coppa del mondo, ma solo per me", ha dichiarato il campione alla tv olandese Nos alla vigilia del tentativo.

Hoogland ha raccontato quanto sia stata dura la preparazione, che per questa specialità in gran parte si svolge in palestra. Il nuovo primatista del mondo ha praticato per settimane delle sessioni di allenamento sollevando anche 650 kg alla pressa, tutto per una gara che brucia in neanche un minuto un'esplosione di potenza micidiale.

'Ho il potenziale per battere Lavreysen'

Il campione del mondo ha spiegato che il km da fermo è una specialità che ti mette di fronte a uno sforzo brutale: "Io parto nel modo più aggressivo possibile, poi tutto va passo dopo passo e continuo ad accelerare. In quel primo giro non raggiungo ancora la velocità massima, che è superiore agli ottanta chilometri orari. Alla fine ogni fibra muscolare fa male. Questo dolore è la ragione per cui molte persone abbandonano il km da fermo, ma io penso che sia bellissimo".

Il rapporto di amore e odio con il dolore che provoca il km da fermo è il punto chiave della spinta motivazionale di Hoogland: "La maggior parte delle persone non riesce ad andare così in profondità come bisogna fare in quel chilometro, ci vogliono anni di allenamento.

Dopo il chilometro il dolore colpisce all'improvviso. Le tue gambe semplicemente non vogliono più andare. Scendere dalla bicicletta è terribile. In passato avevo bisogno anche di una buona settimana prima che le mie gambe tornassero normali”.

Con questo tentativo di record andato a segno, Hoogland è sembrato anche voler lanciare un segnale all'amico - rivale Harrie Lavreysen, il connazionale e campionissimo delle gare di sprint nel ciclismo su pista. Negli ultimi anni Lavreysen si è preso la scena con sempre maggior forza ed esuberanza, vincendo due ori alle Olimpiadi di Tokyo e relegando Hoogland al ruolo di numero due. "Sono fermamente convinto di avere il potenziale per battere Lavreysen presto", ha detto il neo primatista del mondo del km da fermo.