L'articolo 13 del decreto legislativo numero 472 del 1997 specifica che, in caso di mancato pagamento delle imposte tra cui anche Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili) e Imu (Imposta Municipalizzata Unica), i contribuenti dovranno regolarizzare la loro posizione tramite il cosiddetto ravvedimento operoso. Infatti, se dovessimo pagare oltre i termini previsti dalla legge, si potrà effettuare il pagamento di quanto dovuto maggiorato delle sanzioni e degli interessi legali.

Vediamo come funziona il ravvedimento operoso per il mancato pagamento delle imposte Tasi ed Imu

Come funziona il ravvedimento operoso? Per ogni giorno di ritardo oltre la data di scadenza, per i primi 14 giorni successivi la sanzione sarà del 2 percento per ogni giorno di ritardo, del 3 percento al giorno a partire dal quindicesimo al trentesimo giorno e del 3,75 percento dal 31esimo giorno fino a quando viene presentata la dichiarazione Tasi ed Imu. Bisogna, però, fare una specifica introdotta con la Legge di Stabilità 2015 nella quale si prevede, nel caso in cui l'imposta sia pagata tra il 31esimo e il 90esimo, la sanzione giornaliera venga ridotta al 3,33 percento, invece che al 3,75 percento.

Oltre alla sanzione prevista per il ritardo rispetto alla scadenza dovrà, inoltre, essere versata anche la quota relativa agli interessi legali che, per il 2015, corrispondono allo 0,5 percento annuale.

Il 30 giugno scade il termine per il pagamento del ravvedimento operoso lungo relativo alle imposte Tasi ed Imu dell'anno scorso

Infine, c'è da mettere in evidenza che, entro il 30 giugno, sarà possibile sanare il versamento omesso o insufficiente relativo alla Tasi e all'Imu per il 2014, scaduto l'anno scorso. Una circolare dell'Agenzia delle Entrate, la numero 23 del 2015, ha specificato che il ravvedimento operoso lungo per le due imposte non scade dopo un anno dall'omissione del pagamento ma entro il termine della scadenza per la presentazione della dichiarazione che si riferisce all'anno in cui è stata effettuata la violazione.