Imu e Tasi 2015 scadevano il 16 giugno scorso, ma in molti, causa dimenticanze, sbadataggine o impossibilità economica, non hanno provveduto ad effettuare il versamento dei due tributi. Quali sono le sanzioni Imu e Tasi 2015 previste per mancato pagamento? In questi casi non c'è da preoccuparsi dato che il meccanismo di funzionamento del ravvedimento operoso offre una vasta gamma di opportunità per poter provvedere. Innanzitutto ciascuno dei ritardatari può tranquillamente visitare il sito amministrazionicomunali.it e servirsi del relativo calcolatore: il software vi darà come output l'importo da dover corrispondere con more annesse. Per il resto esiste una casistica suddivisa in 4 differenti situazioni. Prima di andare ad esaminare ogni fattispecie appare interessante proporre la regola generale: più tempo passerà prima che provvediate al pagamento più more e interessi sarete costretti a versare. In alcuni casi invece, i ritardi non sono dovuti ai cittadini: esemplificativo da questo punto di vista il caso del comune di Cornuda nel trevisano.

Guida sanzioni Tasi e Imu 2015, more e ravvedimento operoso: tutte le possibilità

Come già sottolineato, le sanzioni Tasi e Imu 2015 previste per mancato pagamento variano in base ai giorni di ritardo coi quali si provvede ad effettuare il pagamento dei due tributi. Versando il dovuto entro 14 giorni dalla scadenza (siete dunque in tempo) bisognerà far fronte ad una sanzione dello 0,2% giornaliero più gli interessi, pagando dal 15° al 30° giorno sarà necessario sborsare una cifra pari al 3% dell'importo iniziale più gli interessi, provvedendo dal 30° al 90° giorno (dal 16 luglio al 14 settembre per intendersi) la sanzione sale invece al 3,3%. Un caso a se riguarda il mancato pagamento di Imu e Tasi 2015 che si protrae oltre il 15 settembre dell'anno in corso: in questo caso la sanzione sale al 3,75% più gli interessi giornalieri stabiliti dal Ministero dell'Economia (MEF). In alcuni frangenti però il mancato rispetto della deadline fissata dalla legge non è dipeso dai cittadini ma da cause di forza maggiore: è il caso del comune di Cornuda che ha deciso di chiedere i danni a Poste Italiane per via del cattivo servizio prestato nei giorni della scadenza dei due tributi. I bollettini infatti non sono arrivati a casa così come aveva promesso il sindaco Claudio Sartor: 'In molti - ha sottolineato il primo cittadino del comune trevisano - hanno chiamato in municipio o si sono dovuti recare allo sportello tributi per lamentare il mancato arrivo delle cartelle e per prendere visione di quanto dovevano pagare. Il disagio non era stato causato da negligenze dei dipendenti dei servizi comunali […] Sono state le Poste infatti a distribuire il materiale con notevole ritardo'. Ai cittadini che pagheranno in ritardo, ha concluso il sindaco, non verrà applicata alcuna sanzione.