Mentre prosegue il percorso legale deciso dal Comitato opzione donna al fine di veder riconosciuto il diritto al pensionamento anticipato, arrivano alcune interessanti dichiarazioni dalla Camera dei Deputati che potrebbero avere l'effetto di accelerare la ricerca di una soluzione sulla vicenda. "Poletti ha confermato che le risorse accantonate nel Fondo delle salvaguardie, 11,6 miliardi di euro con sei interventi successivi, saranno esclusivamente utilizzate per nuovi interventi, nel caso in cui si dovessero registrare dei risparmi rispetto alle coperture previste": si tratta delle affermazioni pronunciate dall'On.

Damiano in merito al tema della riforma previdenziale, toccato dal Ministro del lavoro durante il suo ultimo intervento in Parlamento. Il membro della minoranza Dem ha anche sottolineato come "l'obiettivo sia di risolvere alcuni problemi legati alla settima salvaguardia", una vicenda che ha molto da spartire con le lavoratrici il cui scopo è ottenere il prepensionamento secondo quanto previsto dalla legge 243/2004.

Prepensionamento con il ricalcolo contributivo, l'opzione donna più vicina grazie agli accantonamenti di bilancio?

Stante la situazione, resta comunque da sottolineare che per le lavoratrici coinvolte la questione dell'opzione donna riguarda prima di tutto un diritto previsto dalla legge, che l'Inps ha deciso di congelare attraverso due circolari  emesse nel 2012 e con quella che le aderenti del Comitato definiscono un'interpretazione impropria.

L'istituto di previdenza ha infatti decretato come chiusa nel 2014 la possibilità di ottenere la quiescenza anticipata secondo i criteri previsti dall'opzione donna, ovvero 57 anni di età (58 per le lavoratrici private) più 35 anni di versamenti e il ricalcolo contributivo della mensilità erogata. La situazione di blocco ha quindi portato le pensionande ad aprire una class action presso il Tar laziale, al fine di far valere i propri diritti.

Ma mentre la prima sentenza è attesa per il 6 ottobre, dopo le parole pronunciate da Poletti in Parlamento, si apre la possibilità che possa essere trovata prima una soluzione amministrativa. Le risorse infatti ci sarebbero, visto la posta accantonata grazie alla sovrastima degli accantonamenti necessari per la settima salvaguardia.

Un avanzo che Poletti avrebbe confermato di voler destinare alla soluzione delle situazioni previdenziali rimaste ancora irrisolte.

Opzione donna, le dichiarazioni del Comitato: necessario trovare accordo per sanare la situazione

"È quantomeno sconcertante la dichiarazione di Poletti sul fatto che il Ministero del Lavoro, dell'Economia e l'INPS, non riescano a mettersi d'accordo, mentre la Class Action incombe" spiega a Blasting News Orietta Armiliato, parlando in rappresentanza del Comitato. "Comunque, siamo confidenti. L'apertura ad una risoluzione positiva della nostra annosa questione appare evidente sia nelle parole del Ministro Poletti, sia del Presidente Damiano. Significativa, inoltre, è la volontà di voler allocare le eccedenze derivanti dall'accantonamento del fondo riservato alla settima salvaguardia degli esodati, ad altre aree previdenziali che necessitano di copertura finanziaria.

Fra l'altro, nel caso di Opzione Donna, parliamo di importi veramente risibili".

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