Esiste un escamotage per chi proprio non tollera di finanziare la Rai con 100 euro all’anno. La nuova tassa 2016 si pagherà poco alla volta assieme alla bolletta energetica. Sarà compito del contribuente documentare che non deve pagare, e si rischiano sanzioni pecuniarie e fino a 2 anni di reclusione. Tale tassa si paga per il possesso del televisore, non per l’utilizzo. Non si può chiedere l’oscuramento dei canali Rai per essere esenti dal pagamento.

Anche coloro che non guardano i programmi del servizio pubblico, ma utilizzano il teleschermo per seguire trasmissioni di altre emittenti, sono tenuti al versamento dell’imposta.

Se non uso la tv, ma internet per seguire la Rai?

La legge di stabilità, in approvazione da parte del governo, mantiene invariato il presupposto per il versamento: il possesso di uno o più strumenti per la ricezione delle emissioni radiotelevisive. Non viene, però, specificato se ricadano nella casistica di apparecchi per la ricezione di emissioni radiotelevisive anche computer, smartphone, tablet e simili, con cui, attraverso la connessione internet, sono comunque fruibili in streaming tutti i programmi del servizio pubblico e non solo quelli.

La stessa Rai precisa che, per computer ed altri strumenti simili, se privi del sintonizzatore tv, il canone non è dovuto. Solo gli apparecchi che ricevono il segnale audio/video attraverso il digitale terrestre o satellitare, non quelli che lo ricevono da internet, devono sottostare al canone.

Nel 2012, il Ministero dello Sviluppo Economico, dopo le contestazioni di uffici ed aziende che si sono viste recapitare bollettini per il pagamento del canone, emise una comunicazione per chiarire se dal punto di vista del pagamento del balzello Rai, pc, tablet e smartphone fossero assimilabili a schermi televisivi. La risposta fu negativa, ad eccezione che tali strumenti non fossero dotati di sintonizzatori tv, cosa improbabile.

Il loro possesso non determina nessun canone.

Come organizzarsi per non pagare?

Chi proprio non riesce a farsi una ragione di dover pagare il contributo alla Rai, può attrezzarsi dentro l’abitazione con uno schermo di computer e guardare la tv da li. Ovviamente non dovrà possedere un televisore. L’Enel ed il fisco non potranno avanzare pretese sul versamento della tassa Rai, salvo che Governo o Parlamento non specifichino che una connessione internet fruita su qualunque dispositivo non comporti il pagamento alla Rai. Ciò sarebbe in contrasto con la decisione del Mise del 2012, e provocherebbe ulteriori polemiche. Sarebbe il modo di pretendere il canone anche da uffici e aziende che utilizzano il computer (la totalità). Il Codacons è pronto al ricorso sulla norma del canone in bolletta, mentre Altroconsumo in pochi giorni ha raccolto 41 mila firme.