L’effettuazione di un bonifico prevede sempre che ogni singolo trasferimento di denaro dal conto corrente personale, anche in favore di familiari e parenti, venga motivato. Il fisco infatti sta ben attento a monitorare i bonifici e le movimentazioni bancarie sospette, proprio perché dietro ad esse si potrebbe nascondere il sospetto che si tratti di operazioni volte all’elusione o all’evasione fiscale.

La Corte di Cassazione con la recente sentenza n.25451del 20.06.16 ha ritenuto legittimo il sequestro del conto corrente, e quindi il blocco di ogni operazione finanziaria, qualora manchi appunto una buona giustificazione allo spostamento di denaro.

Fra i motivi che giustificano il blocco del c.c. e il sequestro delle somme accreditate rientrano quelle operazioni in cui infatti manca una valida causale di pagamento supportata da un’opportuna documentazione ( fiscale o con scrittura con ‘data certa’). Infatti l’indicazione di una causale di pagamento è un requisito obbligatorio non solo per l’esecuzione del trasferimento di denaro, ma anche per semplificare la tracciabilità del pagamento in caso appunto di un accertamento fiscale. Ma ciò a volte non basta perché la semplice tracciabilità del pagamento, non prova il titolo (cioè la ragione) per cui tali somme di denaro sono state erogate

Quali sono le forme di tutela per provare il titolo del trasferimento?

Per tutelarsi contro un potenziale accertamento fiscale è sempre bene firmare una scrittura privata, specialmente se le somme trasferite siano consistenti ed anche qualora le parti sono parenti stretti.

Infatti anche la donazione di una somma di denaro, in virtu di un regalo, può essere interpretata come un prestito (mutuo) da parte di un soggetto in favore del beneficiario. Ed in tali casi l’Agenzia delle Entrate può presumere che da tale prestito il concedente maturi interessi attivi, e quindi redditi da denunciare nella propria dichiarazione ai fini Irpef.

Quindi è opportuno attraverso la scrittura privata attestare innanzitutto che si tratta o di una donazione di “modico valore”, o di un prestito (mutuo), senza interessi. In quest'ultimo casa scatta l'obbligo da parte del beneficiario di restituire la somma di denaro prestata dopo un termine stabilito di comune accordo dalle parti. E’ inoltre sempre bene utilizzare degli strumenti tracciabili come un assegno non trasferibile o un bonifico bancario, proprio perché essi lasciano una traccia nei registri delle banche che potranno, in ogni momento, fungere da prova ed essere esibiti al fisco.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

I giudici di legittimità con la sentenza sopracitata hanno infatti precisato che il DPR n. 600 del 1973 (art 32) prevede la presunzione che i prelevamenti e i versamenti operati su c.c. bancari si considerano in via automatica ricavi. Spetta quindi al contribuente società o persona fisica, vincere tale presunzione e dimostrare il contrario. Secondo gli Ermellini sarà poi il giudice tributario a verificare le prove documentali fornite dal titolare del conto ed ogni altro indizio, non essendo ammesse prove testimoniali.

I giudici di legittimità hanno concluso che tali presunzioni legali così come disciplinate dalle norme tributarie, anche se non costituiscono di per sé una prova della sussistenza di reati fiscali, costituiscono indizi sufficienti per far scattare il sequestro del conto corrente.

Ne consegue che il contribuente deve preparare in anticipo ovvero prima dell’effettuazione dell’operazione bancaria, tutta la documentazione da produrre e mostrare eventualmente in futuro in caso di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate. In caso contrario non avrebbe altre armi e quindi sarà costretto a versare ulteriori tasse proprio perché quanto ha ricevuto viene considerato reddito essendo quindi soggetto tassazione. Per altre info di diritto potete premere il tasto segui.