Il pagamento del Canone Rai è ormai diventato il tormentone di questa calda estate del 2016, il meccanismo adottato dal Governo Renzi ha creato non poca confusione, errori di procedura e proteste da parte dei cittadini italiani e degli organi preposti a tutela dei contribuenti. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo e come bisogna comportarsi in caso di richiesta di rimborso dovuto a errori di calcolo e di attribuzione.
Le segnalazioni degli utenti
La Federconsumatori ha comunicato che esistono diverse segnalazioni da parte degli utenti che pur avendo presentato la dichiarazione di non detenzione dell'apparecchio televisivo, si sono visti addebitare l'importo di 70 euro all'interno della bolletta dell'energia elettrica. Altri utenti invece, pur non avendo dichiarato nulla, non hanno riscontrato l'importo del Canone Rai nella fattura di Luglio. Come abbiamo visto, esiste un'enorme confusione sul nuovo sistema di pagamento, che l'attuale Governo ha predisposto per far pagare il Canone Rai.
Come funzionano i rimborsi?
Sulla questione rimborsi, c'è invece ancor più confusione, in quanto l'Agenzia delle Entrate non ha ancora predisposto i modelli per la richiesta, che come previsto scade già il giorno 4 agosto 2016.
La stessa Agenzia, avrebbe reso noto che a questo inconveniente si può ovviare con il rimborso nella successiva fattura, ma se l'utente non è riuscito a sollevare il problema, come può un ente pubblico sapere, se rimborsare l'importo senza che ci sia stata una richiesta da parte del contribuente? Gli addebiti non dovuti, sono la problematica principale, visto che ancora non è stata predisposta una chiara procedura per l'esecuzione dei rimborsi.
Tar decide sul ricorso Codacons
Martedì prossimo 2 agosto 2016 il Tar dovrebbe pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Codacons, sulla legittimità dell'inserimento del Canone Rai in bolletta. Nel ricorso infatti la Codacons specifica che il canone è un'imposta prettamente legata al possesso dell'apparecchio televisivo, abilitato alla ricezione e quindi sarebbe evidentemente illegittimo, pretenderne il pagamento all'interno di una bolletta che deve coprire il costo di un servizio divisibile.
Infatti in questo caso sarebbe un ente privato che incassa una spettanza erariale, per conto dello Stato e per questa ragione un fornitore di energia elettrica, non può in nessun caso, sostituirsi ad esattore per il recupero di una tassa. Se vuoi rimanere aggiornato/a su questo argomento o su tutti gli articoli proposti da questo autore, clicca il pulsante 'segui' ad inizio articolo, vicino al nome.