In arrivo la scadenza per uno dei più importanti provvedimenti dell’ultima Legge di Stabilità e del suo collegato Decreto Fiscale. La rottamazione delle cartelle versione 2018 infatti potrà essere richiesta tramite presentazione della domanda entro e non oltre il prossimo 15 maggio. Secondo i dati in possesso del Fisco e riportati dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, il 2 maggio scorso erano oltre 450mila le istanze già pervenute all’Agenzia delle Entrate.

Numero che entro la scadenza crescerà sicuramente, anche se molti contribuenti sono ancora indecisi se aderire o meno a questa forma di sanatoria fiscale. Ecco alcune cose che è necessario sapere per valutare se conviene o meno presentare istanza.

La domanda

C'è ancora tempo, cioè mancano 10 giorni al 15 maggio, data ultima per aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali e delle multe. Per quella che viene definita 'Definizione agevolata” la domanda va presentata telematicamente con il servizio disponibile sul sito delle Entrate o tramite posta elettronica certificata. In linea generale possono essere inseriti nell’istanza tutti i carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 30 settembre 2017.

Debiti esclusi e funzionamento

Non tutte le cartelle e non tutti i debiti possono essere sanati da questa definizione agevolata. Il sito dell'Agenzia delle Entrate, sottolinea come “non rottamabili” o “non definibili” le somme dovute in relazione a recupero crediti per aiuti di Stato ricevuti o i debiti che provengono da sentenze di condanna da parte della Corte dei Conti. Nessuna possibilità anche per debiti che sono interessati da una precedente dichiarazione di definizione agevolata. Se la domanda di adesione venisse accolta, il debitore dovrà pagare l’importo del debito al netto di sanzioni e interessi di mora se trattasi di carelle, mentre per le multe relative al Codice della Strada, vengono annullati gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge vigente.

Dopo l’invio della domanda sarà a cura dell’Agenzia comunicare al richiedente l’avvenuta accettazione o rigetto della domanda. L’operazione dovrebbe completarsi entro il 30/06/2018 che è la data entro il quale l’Agenzia invierà le risposte ai contribuenti. A domanda accolta, il pagamento va effettuato in un’unica soluzione o in un massimo di 3 rate. Per la dilazione occorre sapere che l’80% delle somme dovute vanno pagate entro la fine del 2018, con due rate, la prima ad ottobre e la seconda a novembre. L’ultima rata, quella che naturalmente prevede il saldo del restante 20% del debito, va completata a febbraio 2019.

Pro e contro

Come successo con la rottamazione anno 2017, il numero delle rate ed i termini entro cui saldare il tutto sono alquanto brevi.

In sole tre rate ed in pochi mesi, debitori che devono al Fisco cifre considerevoli e che magari non sono nelle condizioni di pagare rate piccole, difficilmente possono far fronte ad un saldo che deve essere estinto in sole 3 rate ed in meno di 8 mesi. È anche vero però che lo sconto offerto, cioè la cancellazione di interessi e sanzioni spesso e volentieri, soprattutto per i debiti più vecchi rappresentano anche il 50% dell’intero ammontare del dovuto. Altro fattore che va considerato è quello delle azioni coattive. La rottamazione sospende i termini di azioni già avviate da parte dell’Agenzia ed inoltre sospende tutte le rate in scadenza provenienti da vecchi piani dilazionatori. Per quest’ultimo aspetto, occorre distinguere tra debiti antecedenti o successivi il 2017.

Per coloro che avevano piani dilazionatori già attivi prima del 24/10/2016, la condizione necessaria per accedere alla sanatoria bis e quindi alla riapertura dei termini della precedente, risulta quella di aver pagato tutte le rate fino alla fine del 2016. La nuova rottamazione inoltre prevede che per queste rate insolute, le Entrate comunicheranno (sempre entro il prossimo 30 giugno) gli importi dovuti e da saldare in unica soluzione per poter rientrare nelle definizione richiesta.