La flat tax si farà sicuramente ma la tempistica sembra ancora oggetto di dibattito. Tanto è vero che a sollevare la questione sono stati due senatori della Lega, precisamente Alberto Bagnai che dovrebbe essere a breve nominato sottosegretario proprio all'Economia, e chi, all'interno del Carroccio, è stato il primo ideatore della famosissima "tassa piatta", cioè Armando Siri.
Il risultato di questo piccolo diverbio, interno ad uno dei partiti della maggioranza di governo, potrebbe essere che la flat tax partirà, effettivamente, con tempistiche differenti a seconda della numerosità del nucleo familiare interessato o della tipologia dell'impresa. Vediamo di fare chiarezza.
Le dichiarazioni di Bagnai
Alberto Bagnai ha fatto capire, nel corso di un'intervista ad "Agorà", che i firmatari del contratto del governo del cambiamento sono sostanzialmente d'accordo nel far partire la flat tax già dal 2019 su tutti i redditi di impresa. Di conseguenza, l'attuale imposta, cioè l'Ires, la cui aliquota è fissata attualmente al 24%, verrebbe abbassata subito.
Inoltre, vi sarebbe una rimodulazione dell'Irpef, per le famiglie, con solo due aliquote. Una che verrebbe portata al 15% per tutti i nuclei familiari al di sotto degli 80 mila euro di reddito annuo, mentre per i nuclei familiari con un reddito annuo superiore agli 80 mila euro l'aliquota verrebbe fissata al 20%. Bagnai ha affermato, comunque, che nel 2019 partirebbe esclusivamente la riforma a favore delle imprese e, successivamente, nel 2020 quella relativa alle famiglie. Dichiarazione parzialmente rettificata, nella sostanza, dal collega di partito e ideologo della flat tax, Armando Siri, il quale ha precisato che la riforma partirebbe, contemporaneamente, per famiglie e imprese nel 2019, ma andrebbe a regime, effettivamente, nel 2020.
Nel senso di un percorso a tappe sembrano anche andare le dichiarazioni di Claudio Borghi, che, in un'intervista a "Radio Cusano", ha ribadito come sia più semplice e relativamente immediato implementare la Flat tax per le imprese, che rivedere tutto il sistema di agevolazioni per le famiglie.
Il nodo Iva
Altra problematica che investe anche il tema delle necessarie coperture da rintracciare, è la necessità di disinnescare l'aumento automatico dell'Iva. Infatti, i vari esponenti del Governo, come Claudio Borghi, affermano che sia imprescindibile disinnescare l'aumento dell'Iva e questo nonostante il neo - ministro dell'Economia, Giovanni Tria, prima di entrare a far parte della compagine di Governo, abbia affermato come, pur di abbassare le Tasse agli italiani, si potesse accettare un ulteriore aumento dell'Iva. Su questo punto, di conseguenza, si attendono chiarimenti o dai due leader, Matteo Salvini e Luigi di Maio, o direttamente dal Premier Giuseppe Conte.
Le reazioni delle opposizioni
Certo è che, per il momento, le opposizioni, in particolare il Pd, hanno gioco facile a parlare, come ha fatto Maria Elena Boschi in un tweet ripreso da Repubblica.it, di fine della Flat Tax e di copiatura da parte della maggioranza di provvedimenti introdotti dal Governo Renzi, come la riduzione dell'Ires al 24%. Ma anche Forza Italia non perde l'occasione di affondare il colpo. Renato Brunetta parla apertamente di contratto di Governo disatteso. E Mara Carfagna evidenzia come, in questo modo, si disattendano le attese di tanti giovani imprenditori che subiscono un iniquo carico fiscale.