Entro la fine del mese di giugno, imprese, famiglie e lavoratori autonomi dovranno versare nelle casse del fisco almeno 53 miliardi di euro tra Imu, Tasi ed altre Tasse. E’ questo il calcolo reso noto dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre che ha preso in considerazioni tutte le scadenze fiscali per questo mese di giugno, da sempre uno dei più pesanti per i contribuenti.
In attesa di scoprire se il nuovo Governo Lega-M5S riuscirà ad abbassare la pressione fiscale, come da promesse elettorali, i cittadini dovranno comunque mettere mano al portafogli per onorare le prossime scadenze.
Prima rata Imu e Tasi, una stangata per famiglie ed imprese
Nonostante l’abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa ad opera del governo Renzi nel 2016, una delle voci più importanti del gettito fiscale del mese di giugno viene ancora dal versamento della prima rata di questa tassa sulle seconde o terze case e sugli immobili di lusso, la cui scadenza è fissata al 18 giugno. Entro quella data, infatti, è atteso un gettito pari a 9,2 miliardi di euro, dei quali 5 provenienti dalle famiglie ed i rimanenti 4,2 miliardi provenienti dalle imposte gravanti su uffici, negozi, botteghe artigiane, alberghi, capannoni ed altri beni strumentali.
Altra importante scadenza a carico delle imprese sarà quella relativa al versamento delle ritenute Irpef di collaboratori e dipendenti che, sempre secondo i calcoli della Cgia di Mestre, ammontano complessivamente a 11,4 miliardi.
Aumento Iva, un rischio da scongiurare
Tra le tasse a scadenza mensile, il versamento Iva relativo al mese di maggio costerà alle imprese 9,4 miliardi. Ed è proprio quello dell’Iva uno degli argomenti con il quale il nuovo governo dovrà confrontarsi al più presto per evitare il temuto aumento al 25%, conseguenza dell’applicazione delle clausole di salvaguardia imposte dall’Unione Europea nel caso non si reperiscano, entro il primo gennaio 2019, coperture pari a 12,4 miliardi di euro.
Il dibattito sulla questione appare solo all’inizio, anche perché le ultime voci provenienti dal governo sembrano voler sacrificare l’aumento dell’Iva al 25% sull’altare della flat tax, argomento di punta della campagna elettorale di Matteo Salvini.
Tornando alle tasse, da non dimenticare, tra le scadenze fiscali del mese di giugno, l’Ires, ovvero l’Imposta sui redditi delle società di capitali, che vedrà le imprese chiamate al versamento del saldo di quanto dovuto per l’anno 2017 e l’acconto per il 2018 per un totale di 9,4 miliardi di euro. Nelle casse del fisco giungeranno, inoltre, 3,2 miliardi per il saldo 2017 e l’acconto 2018 dell’Irap e 2,1 miliardi per la seconda rata della Tari.