Sonogiorni ormai, che in rete si sta consumando la "madre di tutte lebattaglie". Sul web si stanno misurando due potenti contendenti: daun lato Spamahus, onlus con sedi in Inghilterra e Svizzera, che ha loscopo di combattere e neutralizzare gli spam; dall'altro il serverolandese Cyberbunker, accusato (ingiustamente, a giudizio dei suoiamministratori) di perseguire in rete, scopi molto sospetti e pocochiari.

Un modo diplomatico di affermare che quell'hosting sarebbe un"covo di hacker". Adare notizia di questa storica battaglia, è stato proprio SteveLinford, direttore generale di Spamhaus: "Siamosotto attacco hacker da più di una settimana.

Ma siamo ottimisti,non sono stati ancora in grado di abbatterci. I nostri tecnici stannofacendo un lavoro immenso per mantenerci su, ma questo tipo diattacco avrebbe abbattuto qualsiasi altra cosa".

Sulpiano tecnico, gli attacchi sferrati da Cyberbunker si traducono inraffiche di tipo DdoS (Distributed Denial of Service). Colpi letalianche per il sistema di Domain Name System (DNS) che in qualche modocoinvolge il traffico delle mail.

Secondonumerosi analisti della rete, le conseguenze cominciano a diventaremolto pesanti. Migliaia di siti sarebbero rimasti a lungo oscurati;rallentamenti del traffico in tutto il mondo; miliardi di pacchettidati distrutti; motori di ricerca inceppati e problemi, qualche orafa, anche per google.

L'allarmesi è rapidamente diffuso in tutto il mondo. Particolarmentepreoccupati (forse anche eccessivamente) i media inglesi. Secondol'Indipendent "iservizi internet di tutto il mondo sono stati distrutti e milioni diutenti non hanno più accesso a servizi come Netflix".Gli ha fatto eco la BBC: "larete globale sta rallentando a causa del più grande attacco dellastoria".

Tuttavia,non tutti ritengono che questo scontro titanico possa crearepreoccupazioni. Internet Traffic Reporter - sito che fornisce ogni 5minuti dati dettagliati sulla stabilità e la velocità della rete intutto il mondo - sostiene che l'allarmismo diffuso é statoeccessivo, se non infondato. Un suo recente rapporto sostiene che "iltempo di risposta della rete è stato piuttosto costante negli ultimi30 giorni, senza alcun tuffo visibile; la scorsa settimana, laperdita di pacchetti a livello mondiale è rimasta stabile e quasipari a zero".

Aldi là delle rassicurazioni tecniche, sembra che la situazione, almomento, sia sotto controllo. Anche se secondo molti operatori, sitratterebbe di una calma molto preoccupante, che non promette nulladi buono: nelle prossime ore infatti, si temono attacchi ancora piùviolenti dei precedenti.