Leonardo Da Vinci era un genio assoluto, un precursore dei tempi, quasi come un "veggente" della tecnologia. Era arrivato a studiare e realizzare prototipi che oggi sono strumenti indispensabili per molti settori della vita di tutti i giorni, dai lavori edili fino ad arrivare ai trasporti. Ogni volta insomma che si nomina quest'uomo, la riverenza è d'obbligo. Leonardo era talmente fuori dalla norma per i suoi tempi, che persino quelli che sono stati sempre definiti "scarabocchi" senza importanza, oggi mostrano invece una realtà completamente diversa.

Tratti in inganno da alcune sue annotazioni sui fogli, gli studiosi li avevano relegati in un cassetto e dimenticati, conservati solo perché documenti originali dell'artista.

Gli 'scarabocchi' di Leonardo da Vinci

In realtà grazie allo studio di un ricercatore dell'Università di Cambridge, ovvero Ian Hutching, si è arrivati ad una verità completamente sorprendente. Infatti quelle pagine rappresentano lo studio di Leonardo Da Vinci in merito all'attrito. I fogli presentano diversi pesi che scivolando su un piano inclinato, mentre sono appesi a una puleggia. Secondo Hutching è un esperimento che potrebbe essere riprodotto anche dagli studenti di oggi per studiare le leggi sull'attrito.

Una scoperta importante quella di Hutching, che ha osservato come gli studi effettuati in passato quando vennero rinvenuti questi appunti, furono falsati da una nota di Leonardo che diceva "cosa bella mortal passa e non dura". Ciò è stato interpretato come un appunto indicante la poca importanza di quanto fosse scritto su quelle pagine, un errore che fortunatamente non è rimasto tale per sempre.

Hutching e le osservazioni sullo studio di Leonardo

Grazie all'ottimo lavoro di Ian Hutching, si è potuto appurare che gli studi di Leonardo Da Vinci in merito all'attrito sono iniziati quando lui aveva 41 anni, ovvero nel 1493. Il ricercatore ha detto che: "dagli appunti di Leonardo si capisce che egli aveva dedotto come la forza dell'attrito agisce tra due superfici di scorrimento, in maniera proporzionale al carico che agisce sulle superfici stesse.

Inoltre aveva capito che l'attrito è indipendente dall'area di contatto delle due superfici. Sono esattamente le stesse leggi sull'attrito che vengono usate ai giorni nostri". Secondo Hutching, Leonardo usò questi appunti per delineare i progetti delle macchine più complesse che fece nei decenni successivi.